La nostra società e la nostra economia sono basate sul petrolio e i suoi derivati. Tra cui sicuramente c'è la plastica. Tanto che una recente inchiesta della rivista specializzata Il Salvagente, esaminando l'eventuale presenza di microplastiche in 18 bevande gassate e soft drinks, ha purtroppo evidenziato come nessuna di esse sia priva di questi residui.
Cosa sono le microplastiche
Prima di entrare nel dettaglio dell'inchiesta, cerchiamo di capire più precisamente di cosa stiamo parlando e quali sono i pericoli concreti di questi residui di materiale plastico.
Come accennato per "microplastica" si intendono delle piccolissime particelle di materiale plastico, di solito non superiori ad un millimetro, e che normalmente derivano da diverse fonti come cosmetica, abbigliamento e processi industriali di vario genere. Le microplastiche, come la plastica da cui derivano, continuano a persistere nell'ambiente per centinaia di anni proprio a causa della loro struttura chimica e composizione, creando grandi danni ambientali soprattutto a livello marino. Diversi studi hanno appurato che le microplastiche sono ormai entrate nella catena alimentare di molti organismi viventi. Possiamo trovarle quindi non solo nei pesci, ma addirittura in alimenti come il sale marino, la birra o il miele.
Per di più sarebbero state riscontrate alte concentrazioni di microplastiche nell'acqua potabile.
L'indagine sulle bibite
Se questo è, in effetti, il livello di contaminazione raggiunto a livello mondiale dalle microplastiche, è inevitabile che la loro presenza venisse riscontrata prima o poi anche nelle bibite che finiscono sulle nostre tavole.
Ciò che ha lasciato estremamente sorpresi i ricercatori è stata la diffusione di questa contaminazione. Infatti, sono state esaminate ben 18 marche diverse di bibite e soft drink tra cui alcune molto famose come Coca Cola e Pepsi. Ma anche Fanta, Sprite e Schweppes. Come mette in evidenza l'indagine, in tutte sono stati rintracciati livelli variabili di microplastiche da un minimo di 0,89 microparticelle per litro fino ad un massimo di 18,89 microparticelle per litro.
Le analisi sono state svolte nei laboratori del Gruppo Maurizi. L'amministratore delegato del gruppo, la dottoressa Daniela Maurizi, nel corso di una conferenza stampa dove sono stati presentati i risultati dell'indagine, ha spiegato che sono state svolte accurate e approfondite analisi per verificare ed escludere la possibilità di ulteriori contaminazioni da parte dell'aria circostante. Questo è stato fatto seguendo tutti i protocolli di sicurezza per questo tipo di analisi di laboratorio e in modo tale da garantire dei risultati pienamente affidabili. Tale analisi evidenzia ancora di più, se ce ne fosse ancora bisogno, il problema dell'inquinamento da plastica che deve interessare ormai tutti quanti. Ne va della nostra salute e dei nostro benessere.