Dalla pianta dell'aloe potrebbe ricavarsi un estratto dalle potenzialità anti-cancro. E' quanto emerge da uno studio italiano condotto dal Laboratorio di Neuropatologia Molecolare dell'Unità di Neuropatologia dell''Irccs Neuromed di Pozzilli, in provincia di Isernia. L'estratto dall'aloe potrebbe essere impiegato per il trattamento di uno dei tumori al cervello più aggressivi: il glioblastoma multiforme. La ricerca condotta dalla dottoressa Antonella Arcella si è focalizzata sull'aloe-emodina estratta dalla pianta. Ricerche precedenti avevano suggerito che potesse avere effetto contro le cellule tumorali, però non era stata ancora testata sulle cellule neoplastiche del glioblastoma.

I risultati della ricerca

I ricercatori italiani hanno effettuato dei test in vivo e in vitro per conoscere l'efficacia dell'aloe-emodina. Dai risultati è emerso che l'aloe-emodina effettivamente è in grado di bloccare la proliferazione delle cellule tumorali coltivate in laboratorio. Anche nei modelli animali questa sostanza ha dato buoni risultati riuscendo a limitare la progressione del glioblastoma. Tuttavia, finora i risultati sono stati ottenuti su cellule coltivate in laboratorio e sul modello animale, pertanto saranno necessari altri studi per approfondire l'azione di questa molecola e quindi valutare la possibilità di una terapia combinata dell'aloe emodina col farmaco che viene attualmente utilizzato per combattere questo tumore cerebrale.

In particolare, bisognerà tener conto di eventuali effetti tossici dell'estratto sulle cellule normali prima di poter pensare a un impiego clinico. Tuttavia, in prospettiva futura questa molecola potrebbe ampliare l'armamentario a disposizione dei medici per la terapia del glioblastoma multiforme. Lo studio italiano è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Environmental Toxicology.

Glioblastoma: cos'è e come si cura

Il glioblastoma, noto anche con la sigla GBM, viene considerato il tumore più maligno e comune tra tutte le patologie neoplastiche che interessano la glia (le cellule che assieme ai neuroni costituiscono il sistema nervoso). Può colpire gli adulti sopra i 50 anni, negli uomini si registra una incidenza maggiore rispetto alle donne.

Il tumore prevede il trattamento chirurgico e cicli di radio e chemioterapia. Tuttavia le cellule tumorali di questo tipo di cancro risultano molto invasive, per cui sono in grado di sviluppare delle resistenze ai trattamenti che rendono frequenti le recidive, difficilmente trattabili. Proprio per questo sono allo studio nuovi approcci terapeutici, come nel caso della ricerca in cui vi abbiamo dato conto in questo articolo.