Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della determina Aifa n. 607, viene ufficialmente riconosciuto che i pazienti che usano l’aspirina a basso dosaggio (cardioaspirina) per il trattamento preventivo cardiovascolare, hanno una minore incidenza del cancro al colon-retto e di altri tumori. La stessa Aifa ha comunque precisato che questo non vuol dire che ora la cardioaspirina ha una indicazione terapeutica per questo carcinoma.

Effetti evidenti ma valutabili dopo alcuni anni

Con la determina n. 607 il 26 giugno l’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) ha riconosciuto che l’aspirina ha delle proprietà antitumorali che possono essere indicate nel “Riassunto delle caratteristiche del prodotto”.

Con questo provvedimento, l’Italia è il primo Paese al mondo a riconoscere ufficialmente questo beneficio. Questo non vuol dire che da oggi l’aspirina può essere prescritta come farmaco preventivo tumorale (come avviene per gli eventi cardiovascolari).

A queste conclusioni si è giunti dopo due studi di meta analisi. Il prima ha riguardato un’analisi retrospettiva di cinque anni, dei risultati ottenuti complessivamente su 14.033 pazienti in trattamento con basse dosi di acido acetilsalicilico - ASA (da 75 a 300 mg) per la prevenzione cardiovascolare primaria e secondaria. I risultati hanno mostrato una riduzione del 40% dell’incidenza del cancro del colon-retto

La seconda meta-analisi ha riguardato i risultati ottenuti nella prevenzione primaria su 35.535 persone ad elevato rischio cardiovascolare.

Questi avevano preso 75-100 mg/die di ASA facendo registrare una riduzione complessiva del 24% dell’incidenza di tutte le forme di cancro, a partire dal quarto anno di trattamento.

Ma quale potrebbe essere nei tumori il meccanismo di azione dell’aspirina? L’ASA potrebbe ridurre l’attivazione piastrinica con una conseguente riduzione della diffusione delle eventuali metastasi oppure un semplice effetto antinfiammatorio, anticamera di alcuni processi tumorali.

I primi al mondo

Già nel 2016, negli Stati Uniti, una task force sulla prevenzione (United States Preventive Services Task Force) aveva formulato delle nuove linee guida per la prevenzione primaria di eventi cardiovascolari e del cancro colon-retto. Queste prevedono l’uso di ASA a basse dosi. Questa decisione era stata presa sulla base di dati clinici che evidenziavano la riduzione di almeno un 10% dell’incidenza del cancro al colon-retto nei pazienti ad elevato rischio vascolare, di età compresa tra 50-59 anni, che avevano preso per anni una bassa dose di ASA, per la prevenzione cardiovascolare.

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, l’Italia è quindi il primo Paese al mondo a dichiarare ufficialmente il beneficio dell’aspirina nella prevenzione dei tumori. Anche se l’AIFA si è affrettata a precisare che, al momento non è prevista nel nostro Paese una prescrizione della cardioaspirina a scopo preventivo dei tumori così come invece viene fatto per prevenzione delle malattie cardiovascolari. Questo perché mancano ancora degli studi clinici specifici sulla popolazione che prende cardioaspirina non a scopo preventivo per le patologie cardiovascolari. Come dire, è una questione di lana caprina ma l’AIFA per poter dare disco verde ha bisogno di dati specifici e non indiretti.

Quest’anno in Italia ci saranno circa 51mila nuove diagnosi di cancro al colon-retto, secondo le stime più accreditate.

Parliamo quindi del 15% (per gli uomini) e del 13% (per le donne) di tutte le nuove diagnosi di tumori; uno dei tumori più frequenti dopo quello alla prostata e alla mammella, negli uomini e donne rispettivamente. Attualmente, dopo 5 anni, i pazienti colpiti da un tumore al colon sopravvivono nel 66% dei casi mentre per il cancro al retto ne sopravvive il 62%.

Tenendo presente che in Italia ogni anno vengono effettuate circa 373.300 nuove diagnosi di tumore, circa 1000 al giorno, del cancro al colon-retto saranno circa 50mila nuovi casi l’anno. Con una sopravvivenza media a 5 anni del 66-62%, vuol dire che circa 15mila persone ogni anno muore a causa di questa forma di cancro. Introducendo una profilassi generalizzata a base di ASA a basso dosaggio, con una riduzione dell’incidenza del 40%, si può stimare un risparmio in vite umane di circa 6mila casi l’anno. Impressionante.