Utilizzare le difese proprie del sistema immunitario come delle armi. Questo è il principio fondamentale della immunoterapia, la nuova frontiera della lotta contro il tumore. Grazie a questa nuova impostazione entro il 2050 l'umanità potrebbe debellare completamente qualsiasi forma tumorale, o quanto meno bloccarne definitivamente l'avanzata. Ne è convinto il co-vincitore del Premio Nobel per la Medicina 2018, il giapponese Tasuku Honjo dell'Università di Tokyo. Lo scienziato giapponese condivide il prestigioso riconoscimento con il collega statunitense James P.

Allison dell'Anderson Cancer Center

Le parole di Tasuku Honjo

I due scienziati vincitori del Premio Nobel hanno incontrato i giornalisti durante la consueta conferenza stampa dopo l'annuncio dell'assegnazione del premio Nobel per la Medicina per i loro studi sulla terapia anti-cancro (il premio sarà consegnato loro materialmente dal Re di Svezia il prossimo 10 dicembre) all'istituto Karoliska. Honjo si è detto pienamente convinto che entro i prossimi 30 anni l'umanità possa raggiungere l'ambizioso traguardo rappresentato dalla completa sconfitta di qualunque tipo di forma tumorale grazie all'utilizzo della immunoterapia.

In effetti sia Honjo che Allison parlano con cognizione di causa. Non tanto e non solo perché sono stati insigniti del Premio Nobel per la Medicina, quanto perché si tratta di due pionieri dell'immunoterapia che si sono incontrati per la prima volta nel 1982 in Texas.

E anche se da questo incontro non è nata nessun tipo di collaborazione coordinata, secondo gli addetti ai lavori non ci sarebbe stata nessun tipo di competizione tra i due. Per di più le loro ricerche sarebbero progredite in maniera molto complementare. E, in effetti, partendo da presupposti diversi i due scienziati hanno posto le basi per regalare all'umanità un'ulteriore e potente arma nella lotta contro il cancro.

Appunto l'immunoterapia che, insieme alla chirurgia, alla radioterapia e alla chemioterapia, arricchisce l'arsenale medico-scientifico a disposizione.

La motivazione dell'assegnazione del Nobel

In pratica i due scienziati sono stati i primi a comprendere che esistono dei meccanismi molecolari a livello del nostro sistema immunitario che impedirebbero allo stesso di bloccare sul nascere la crescita delle varie forme tumorali.

Di conseguenza se si rimuovono questi blocchi si può tentare di fermare l'avanzata della malattia. Fondamentalmente, questi blocchi sono governati da due tipi di proteine. Entrambe sono state rintracciate sulla superfice dei linfociti T. La prima, scoperta da Allison, è stata denominata CTLA-4. La seconda, scoperta da Honjo, è stata denominata PD1. In gergo tecnico questi agganci molecolari per i tumori vengo definiti, in modo un po' pittoresco, checkpoint. Ma è questa ora la nuova frontiera della terapia contro il cancro.