Secondo l’ultimo rapporto dell'OMS il 39% della popolazione mondiale adulta è in sovrappeso, il 13% è obesa e le percentuali sono in costante aumento. I farmaci anti obesità presentano costi elevati e numerosi effetti avversi: l’Aminorex può provocare ipertensione polmonare, la Fenilpropanolamina l’ictus, la Sibutramina problemi cardiovascolari, il Rimonabant disordini neuro-psichiatrici. Pertanto sono fortemente richiesti agenti terapeutici sicuri, che possano ridurre il peso mediante diminuzione dell'appetito, o aumento di sazietà o di dispendio energetico.
La ricerca si concentra sempre di più sullo studio di prodotti derivati da piante, oltre che su modelli dietetici specifici; nell’ultima analisi pubblicata sulla rivista ‘Food and Function’ nel maggio 2019, i ricercatori della School of Nutrition della Chung Shan Medical University di Taiwan, hanno evidenziato l’effetto di alcuni nutraceutici sull’obesità e sulle complicazioni ad essa associate, come il diabete mellito.
Si tratta di zenzero, curcumina nella formulazione biodisponibile con fitosoma, catechina del tè verde, melone amaro (Momordica charantia), capsinoide del peperoncino, probiotici come Lactobacillus gasseri (SBT2055) e Bifidobacterium breve B-3 e la fibra solubile psillio. Nei molteplici studi clinici che sono stati analizzati, hanno ridotto peso, grasso corporeo, circonferenza della vita; hanno infine migliorato parametri metabolici come insulino sensibilità e livelli di colesterolo.
I ricercatori hanno concluso che la combinazione dei nutraceutici con una dieta ipocalorica, arricchita di vitamine e minerali, può far calare significativamente il peso e il rischio di sindromi metaboliche, in particolare diabete mellito di tipo 2 e malattie cardiovascolari.
Nutraceutici e meccanismo di azione
Le sostanze, contenute in piante ben caratterizzate, hanno manifestato proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, incremento di sazietà, inibizione dell’assorbimento intestinale del colesterolo, dell’adipogenesi e maggiore insulino sensibilità, mediante la modulazione del segnale dei recettori PPAR alfa/gamma e il potenziamento della termogenesi (dispendio energetico) attraverso la sovraregolazione della proteina UCP-1.
Si tratta di componenti identificati nella radice dello zenzero, Zingiber officinale (zingerone, zingiberene, gingeroli), nella Curcuma longa (curcuminoidi come curcumina e turmerina), nel tè verde generato da una lieve ossidazione delle foglie di Camellia sinensis (catechine), nella Momordica charantia o melone amaro (charantina, momordicina II), nel peperoncino di caienna (capsaicinoidi come capsaicina, diidrocapsaicina).
Per quanto riguarda i probiotici, in funzione antiobesità, i Bifidobacterium e Lactobacillus, batteri benefici che risiedono nel nostro microbiota intestinale, hanno mostrato di regolare soprattutto l’escrezione del colesterolo, mentre la fibra solubile in acqua, estratta dal seme di psillio di Plantago ovata, fha favorito maggiormente la termogenesi e la sazietà, innalzando il livello degli ormoni GLP-1/2 e CCK e limitando la secrezione di grelina.
Studi clinici
Negli studi randomizzati, condotti su soggetti obesi, sono stati necessari 3 mesi di somministrazione giornaliera di integratori per ottenere un effetto significativo su massa grassa, metabolismo e peso corporeo.
In particolare, sono risultati attivi i probiotici Lactobacillus gasseri (SBT2055) e Bifidobacterium breve B-3, dosi di zenzero comprese tra 1 e 3 gr, un quantitativo di curcumina formulata con fitosoma pari ad 1 gr, un'alta dose di catechina (856 mg) estratta dal tè verde, 4.8 gr di melone amaro liofilizzato in capsula e 6 mg di capsinoide al giorno.
Il dosaggio attivo delle fibre di psillio è stato invece pari a 21 gr oppure, per un periodo di 12 mesi, pari a 15 g al giorno.