Rivoluzione in corsia: è arrivato il via libera alle nuove linee di indirizzo nazionali sul triage ospedaliero, il sistema utilizzato per smistare i pazienti che si rivolgono al Pronto soccorso. In seguito a questo accordo tra lo Stato e le Regioni, l'Italia si uniforma alle regole impiegate nella maggior parte degli altri Paesi: per prima cosa vengono adottati dei codici numerici a cui si potranno abbinare dei colori, con lo scopo di ottenere dei tempi certi di attesa, che non potranno mai superare le otto ore. L’obiettivo di questi cambiamenti è infatti quello di ridurre la permanenza in sala di aspetto per tutti, insieme all’eliminazione dei ricoveri inappropriati e all’aumento della sicurezza per chi viene dimesso.

Le novità previste per il Pronto soccorso

Quindi i codici numerici andranno dall’uno al cinque: il numero uno, a cui è associato il colore rosso, sarà utilizzato in tutte quelle emergenze per le quali è necessario un accesso immediato alle cure. Sparisce il codice giallo in vigore fino ad oggi ed al suo posto sarà introdotta una doppia novità: il due e l’arancione indicheranno le urgenze da affrontare in brevissimo tempo, mentre il tre e l’azzurro saranno applicati a tutti gli interventi da gestire entro un’ora. Infine il quattro ed il codice verde sono riservati alle criticità minori su cui agire entro due ore, mentre il cinque ed il bianco sono dedicati a tutte le situazioni non urgenti, che dovrebbero essere risolte entro le quattro ore.

Un’ulteriore novità prevista è l’ideazione di un’area “see and treat”, nella quale gli infermieri in possesso di una formazione specifica potranno applicare i protocolli standard previsti per curare le urgenze minori, con lo scopo dichiarato di ridurre il sovraffollamento delle strutture. Inoltre ci sarà un’Area di osservazione breve e intensiva dedicata alle terapie di breve termine, in cui si potranno fare esami diagnostici, con il doppio proposito di evitare i ricoveri inopportuni e rendere più sicure le dimissioni dal Pronto soccorso.

Le critiche degli esperti del settore

Una serie di cambiamenti che, oltre ad uniformare le procedure con altri Paesi, si propone di favorire l’umanizzazione della cura e di valorizzare il ruolo della medicina d’urgenza e delle stesse strutture dei Pronto soccorso. Sarà necessario un periodo di transizione, stimato in 18 mesi, in cui saranno riorganizzate le aree per permettere la corretta applicazione di tutte queste novità.

Eppure questa rivoluzione ha destato alcune perplessità in esperti del settore, legate soprattutto alla carenza di organico. “Non penso che alla fine i tempi di attesa potranno ridursi – spiega il presidente della Società italiana di medicina di emergenza urgenza, Francesco Rocco Pugliese – perché nei Pronto soccorso italiani mancano 2mila medici che dovrebbero visitare i pazienti”. Inoltre, secondo gli studiosi, la scarsità di posti letto in ospedale, dovuta ai tagli degli ultimi anni, rende davvero impensabile che si riesca a smistare i ricoverati entro un tempo massimo tra le sei e le otto ore.