I tumori della cavità orale sono tra i 15 più comuni al mondo mentre 2,4 miliardi di persone hanno denti cariati e 743 milioni soffrono di parodontite. Numeri che sono immediatamente collegabili a costi sociali davvero importanti. Eppure, nonostante questa fotografia così impietosa, ancora oggi i sistemi sanitari nazionali sono latitanti nel promuovere campagne di prevenzione. E spesso, come succede in Italia, le spese odontoiatriche ognuno se le paga di tasca propria, se ne ha la possibilità.
La 'malattia dei poveri'
Secondo il Global Burden of Disease (GBD), il centro epidemiologico con la maggior copertura in tutti i Paesi, metà della popolazione mondiale soffre di qualche problema alla bocca.
Dalla semplice carie fino ad arrivare a varie forme di cancro. Questa impietosa fotografia viene anche associata ad un dato ancora più preoccupante: normalmente solo gli individui benestanti riescono a fare prevenzione.
La carie quindi è una “malattia dei poveri” le cui cause vanno cercate sia nell’alimentazione che nella mancanza di cure appropriate. Mentre è evidente il problema legato ai costi per le cure, più subdolo è il problema alimentare. Le industrie tendono a promuovere prodotti alimentari conquistando il consumatore con la forma, i colori, la confezione e messaggi accattivanti. Per quanto riguarda i contenuti, si concentrano sulla quantità di grassi. Raramente riportano in evidenza le quantità dei zuccheri presenti, che poi sono la prima causa della carie.
A questo proposito, l’articolo di Lancet, prima firma Marco A Peres, parla di "commercial determinants" ovvero prodotti commerciali dannosi per la Salute. Secondo questi autori inglesi, la situazione è destinata a peggiorare, non solo per la presenza degli zuccheri sempre più diffusa, ma anche a causa del fumo e del consumo di alcool.
Inoltre, una gestione affidata ai privati (dentisti) privilegia l’intervento sull’individuo e sul problema. Ovvero, si interviene su coloro che possono pagare la cura, e si interviene quando c’è già un problema.
Un sistema sanitario dovrebbe invece intervenire sulla collettività e sulla prevenzione. Per fare questo indicano tre cambiamenti che, per come vanno le cose oggi, sembrano utopistici:
- garantire l'accesso alle cure odontoiatriche in modo universale;
- superare il divario concettuale tra salute dentale e salute fisica;
- investire nella prevenzione piuttosto che sulla cura.
Zucchero e fluoro
Le carie dentali sono la conseguenza di una distruzione localizzata dello smalto, materiale durissimo ma che diventa friabile se si abbassa il pH della bocca.
E questo avviene in presenza di zuccheri quando iniziano a fermentare. Zuccheri monosaccaridi, come il glucosio, e disaccaridi, come il comune zucchero, sono presenti nei cibi, nelle bevande, nei piatti già pronti, nel miele, negli sciroppi, nei succhi di frutta, nelle bibite, ecc.
Un abbassamento del pH per un periodo prolungato porta ad una demineralizzazione dello smalto con perdita di calcio e fosforo. Nella fase pre-clinica si osserva una macchia bianca in superficie. Essendo un processo dinamico, se si interviene con una corretta igiene orale e l’esposizione a prodotti a base di fluoro, la lesione si recupera. Diversamente la demineralizzazione procede in profondità, fino alla comparsa di una macchia scura che richiede l’intervento del dentista.
Trascurata, può arrivare ad una condizione dolorosa fino alla perdita del dente.
La prevenzione
Tutte le evidenze finora accumulate portano alla conclusione che ci sarebbero enormi vantaggi nell’inserire la salute orale nella UHC (universal health coverage) ovvero nei programmi di copertura sanitaria universale. La malattia orale può iniziare a qualsiasi età, a partire dai 18 mesi di vita. E interessa oltre 2 miliardi di individui in tutto il mondo.
Dopo il diabete e le malattie cardiovascolari, a livello Europeo le malattie orali si piazzano al terzo posto come impatto economico sulle famiglie e sui sistemi sanitari. Ma mentre chi è colpito dal diabete e chi soffre di malattie cardiovascolari, ha un sistema sanitario “amico”, per chi ha problemi orali i sistemi sanitari sono latitanti.
Tutto è affidato alle capacità economiche dei singoli soggetti/famiglie.
Infine, è bene ricordare che numerosi studi clinici ed epidemiologici hanno dimostrato il nesso tra problemi del cavo orale e problemi di salute in generale, come malattie cardiovascolari, complicanze in gravidanza, problemi di metabolismo e problemi neurologici (Alzheimer). Verrebbe da dire che, anche in questo caso, siamo portati a preoccuparci più degli effetti che delle cause.