Il King's College di Londra ha evidenziato l'associazione tra i polifenoli del Vino rosso e il microbioma intestinale, in quanto queste sostanze chimiche che derivano dalla buccia delle uve sarebbero in grado di fungere da "combustibile" per batteri e funghi.

Le uve Merlot, Pinot nero, Shiraz e Cabernet Sauvignon sarebbero risultate circa sette volte più ricche di sostanze polifenoliche rilasciate nella bevanda durante la fase di produzione rispetto a quelle bianche.

L'azione dei polifenoli sui microbi dell'intestino

I batteri e i funghi presenti nell'organismo umano hanno molteplici funzioni positive.

Una delle principali azioni è la degradazione degli alimenti che aiuta la digestione e permette di ricavare energia dal cibo. Altre funzioni riguardano il trasporto di ossigeno, la regolazione epatica e la protezione del cuore.

I polifenoli sono composti ad azione difensiva e attività antiossidante: gli studi condotti sul vino rosso sono numerosi e riguardano sia la diversità delle sostanze chimiche presenti che l'azione dell'alcol sulle persone. Molti risultati sono contrastanti, infatti alcune ricerche sottolineano l'azione positiva del vino rosso nel ridurre il rischio di malattie cardiache, mentre altre sono giunte a conclusioni opposte. L'alcol è sicuramente dannoso per l'organismo, e per questo motivo gli esperti di tutto il mondo esortano alla moderazione, consigliando il consumo di vino rosso principalmente durante i pasti.

La ricerca del King's College di Londra ha analizzato gli effetti del vino rosso, bianco, birra e altri alcolici mettendo a confronto i dati ricavati da un gruppo di persone britanniche con quelli provenienti da Olanda e Stati Uniti. Il primo raggruppamento, formato da 458 coppie di sorelle gemelle, è stato messo in comparazione con 1.104 cittadini olandesi e 904 americani.

Lo studio, articolato in due fasi, ha sottoposto i partecipanti a delle domande dirette sulla dieta abituale e ad esami di laboratorio sul microbiota intestinale.

Non solo diversità del microbiota intestinale

Caroline Le Roy, una delle principali autrici della ricerca, ha commentato così i risultati: "Mentre sappiamo da tempo dei benefici inspiegabili del vino rosso sulla Salute del cuore, questo studio mostra che un consumo moderato è associato ad una maggiore diversità e ad un microbiota intestinale più sano che spiega in parte i suoi benefici.

Bere vino rosso raramente, come una volta ogni due settimane, sembra essere sufficiente per osservare degli effetti".

I ricercatori sostengono che i polifenoli del vino rosso fungano da "combustibile" per batteri e funghi presenti nell'intestino. L'aumento della diversità microbica intestinale è osservato anche nelle persone che assumono di rado questa bevanda, ovvero ogni 15 giorni.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Gastroenterology, ha messo in evidenza alcuni aspetti legati all'aumento della varietà di microbi intestinali tra cui la salute dell'intestino, la riduzione del livello di colesterolo "cattivo" e la prevenzione dell'obesità. Azioni positive non emerse dopo le analisi effettuate su vino bianco, birra e altre bevande alcoliche.