Negli ultimi anni sono tanti gli studi che si sono fatti sulla possibilità di scoprire un “antidoto” per guarire dalla celiachia. La celiachia è una malattia autoimmune sempre più diffusa: durante il convegno annuale The Future of Celiac Disease è emerso che in Italia colpisce circa 600 mila persone. Qualche giorno fa è stata diffusa la notizia della scoperta di una nanoparticella che potrebbe curare la malattia. La ricerca è stata effettuata dai ricercatori del Northwestern Medicine di Chicago. La celiachia, secondo i ricercatori, si combatterebbe proprio con il glutine, il suo principale nemico.
Una nanoparticella biodegradabile contenente glutine potrebbe essere in grado di permettere ai celiaci di mangiare cibi con glutine senza provocare effetti negativi.
Risultati della ricerca
I risultati della ricerca sono stati illustrati in occasione della conferenza European Gastroenterology Week che si è svolta a Barcellona dal 19 al 23 ottobre.
I pazienti affetti da celiachia sui quali è stata testata la nanoparticella sono riusciti a mangiare cibi contenenti glutine per due settimane senza riportare effetti negativi. La nanoparticella viene iniettata nel sangue, da quel momento i macrofagi (cellule immunitarie) assorbono il suo contenuto, classificandolo come innocuo e diffondendo l’informazione alle altre cellule immunitarie.
In questo modo non si verificano reazioni negative. La nanoparticella, dunque, sembrerebbe eliminare ogni reazione infiammatoria delle pareti intestinali.
La Food and Drug Administration (ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici) sta già valutando la nanoparticella che è stata scoperta.
I ricercatori del Northwestern Medicine hanno intenzione di verificare l’efficacia della nanoparticella anche per altre malattie autoimmuni e allergie alimentari.
Altre ricerche per combattere la celiachia
La scoperta dei ricercatori dei Chicago non è il primo studio riguardo al tema della celiachia. Negli ultimi anni diversi studiosi si sono impegnati nella ricerca di una soluzione per evitare di dover seguire in modo rigoroso una dieta senza glutine da chi è affetto da celiachia.
Già nel 2015 si parlò di una pillola anti celiachia, anche se in questo caso non si trattava di una soluzione definitiva, ma temporanea, poiché l’assunzione della stessa doveva avvenire cinque minuti prima di ingerire alimenti con glutine e aveva un effetto limite di due ore.
Un anno fa uscì la notizia che ricercatori degli Stati Uniti, della Nuova Zelanda e dell’Australia stavano sperimentando un vaccino per i celiaci (il Nexvax2), che stava entrando nella seconda fase della sperimentazione.