Alla presenza di oltre 200 ricercatori giunti da tutta Europa si è appena concluso a Londra il 5° appuntamento annuale sul microbioma. Questa popolazione batterica, fino a pochi anni fa chiamata “flora intestinale”, regola il sistema immunitario, il sistema nervoso e quello metabolico. Svolge un ruolo importante nell'assicurare il nostro benessere fisico, ma anche quello mentale. Dalla fase di laboratorio si sta passando alla sperimentazione clinica per testare vari batteri (probiotici) nel controllo di diverse patologie.
Da livello gastrointestinale ad attività extra intestinale
È stato questo il focus del 5° Congresso annuale europeo sul microbioma. Erano presenti circa 200 ricercatori accademici e industriali, opinion leader e manager aziendali di tante piccole realtà industriali impegnate nel settore dei probiotici ad uso terapeutico o come supplemento dietetico.
Per tutti i partecipanti, l’obiettivo è il passaggio dalla una fase di conoscenza (ricerca) a quella dell'applicazione industriale, per risolvere problemi di Salute quali tumori, disturbi metabolici, neurodegenerativi e psichiatrici.
Questi batteri non solo agiscono nel tratto “gastrointestinale” ma, grazie ad una fitta rete neurologica, sono alla base del cosiddetto asse intestino-cervello (gut-brain axis), con un ruolo rilevante in patologie come Parkinson, autismo, ansia e depressione.
Nell'intestino risiede circa l’80% del nostro sistema immunitario.
Per questo una serie di patologie, come le allergie e le malattie autoimmuni, possono trovare una soluzione ripristinando una eubiosi (batteri buoni) intestinale.
Nella due giorni di Londra sono stati presentati i primi dati clinici su tre temi principali. Il primo giorno si è parlato del rapporto intestino-cervello. Il secondo giorno sono stati discussi gli ultimi risultati sul rapporto microbioma-oncologia e sul ruolo del microbioma nelle malattie dismetaboliche.
Malattie neurologiche
Le malattie neurologiche, oggetto di ampio dibattito nella comunità scientifica, sono state tra i temi maggiormente discussi nel corso dei lavori. L'interesse nasce dal fatto che nell'asse intestino-cervello l'80% dei messaggi partono dall'intestino verso il cervello, mentre sono minori (il 20%) i messaggi che il cervello invia all'intestino.
Una delle patologie più sensibili ad un dismicrobismo intestinale è il Parkinson: si tratta di una patologia che colpisce 1 persona ogni 100 ultra-60enni. La relazione con il microbioma è stata individuata nell'accumulo di una proteina, l’alfa-sinucleina. Si tratta di una proteina la cui funzione non è ancora ben definita. Espressa prevalentemente nei tessuti nervosi, può essere prodotta anche nel sistema nervoso enterico, quello che regola autonomamente la funzionalità del tratto gastrointestinale.
E sarebbe proprio l’alfa-sinucleina generata nell'intestino a promuovere a livello cerebrale l’insorgenza di malattie degenerative come Parkinson, Alzheimer e disturbo bipolare.
Studi clinici stanno verificando l’efficacia del trapianto fecale e l'uso di prebiotici e probiotici.
Nel disturbo bipolare si stanno valutando clinicamente gli effetti causati sul microbioma intestinale dalla somministrazione di un antinfiammatorio COX-2 selettivo, il celecoxib.
Oncologia
Nell'intestino abbiamo 100 milioni di neuroni, e questi hanno un ruolo importante nella risposta terapeutica a vari farmaci, compresi quelli antitumorali. Un tumore non può essere curato con un prebiotico o probiotico, ma questi prodotti possono essere impiegati con successo nella terapia adiuvante la chemioterapia. In pratica il chemioterapico altera il microbiota intestinale che deve essere riequilibrato. I probiotici possono fare questo, a tutto vantaggio dell’effetto antitumorale. È quanto si sta sperimentando con i farmaci anti-PD1.
Metabolismo
Metabolon, una importante società internazionale impegnata proprio nella caratterizzazione e nell'identificazione delle molecole generate dai batteri (probiotici), ha presentato diversi esempi di piccole molecole isolate dalla loro piattaforma. Finora i ricercatori hanno isolato e caratterizzato ben 3.000 metaboliti/piccole molecole. Molecole che possono avere sia un'azione negativa – responsabili dell’insorgenza di patologie – che positiva – cioè possono essere impiegate in terapia.
Poi ci sono batteri come Hafnia alvei, presentato da una società francese, la TargEDys, che riuscirebbero a controllare l’appetito, ottenendo un effetto antiobesità.
Questi sono solo alcuni esempi di come i batteri - o come vengono più opportunamente definiti oggi i probiotici - stiano facendo crescere il loro interesse sia nella pratica clinica che nel settore industriale.