Mentre adesso i pazienti con SARS-CoV-2 vengono trattati con degli antivirali generici, come remdesivir, diverse multinazionali farmaceutiche, come Moderna Pharmaceuticals, Inovio, Johnson & Johnson, GlaxoSmithKline e Sanofi sono impegnate nello sviluppo di un vaccino. A sentire i vari annunci che stanno arrivando in questi giorni, a breve potrebbero iniziare le prime prove sull'uomo. In ogni caso, sarà necessario attendere ancora diversi mesi prima che un efficiente vaccino anti-SARS-CoV-2 possa arrivare sul mercato e porre fine a questa paranoia collettiva.

Superfluo aggiungere che chi taglierà per primo il traguardo si assicurerà enormi profitti.

L'annuncio di Anthony Fauci sul Wall Street Journal

La notizia che tutti si aspettavano è arrivata lunedì 24 febbraio dalle colonne del Wall Street Journal, con una dichiarazione di Anthony Fauci, direttore del NIAID (National Institute of Allergy and Infectious Diseases). Moderna Pharmaceuticals, azienda farmaceutica statunitense, insieme al NIAID e al NIH (National Institute of Health), hanno già sviluppato il primo vaccino contro SARS-CoV-2, e richiesto l’autorizzazione al governo americano per iniziare, entro due mesi, la sperimentazione clinica. Il primo test clinico dovrebbe essere eseguito su 20-25 volontari sani, su cui dosare la risposta immunitaria e valutare se compatibile con una buona protezione dall'infezione.

I primi risultati potrebbero arrivare già questa estate (luglio-agosto), segnando un record senza precedenti: lo sviluppo in 3-4 mesi di un vaccino contro un nuovo virus. Per l’infezione della SARS furono necessari 20 mesi. Questi risultati si stanno ottenendo grazie anche a dei generosi benefattori, come la CEPI, una società filantropica di Bill & Melinda Gates.

Inovio Pharmaceuticals, altra azienda americana, anche questa finanziata da CEPI, aveva già ricevuto dei contributi (56 milioni di dollari) per lo sviluppo del vaccino contro la SARS. A gennaio di quest’anno ne ha ricevuto altri 9 milioni destinati proprio a trovare un vaccino contro il SARS-CoV-2. La cui sperimentazione clinica potrebbe iniziare entro pochi mesi, sia in Cina che negli Stati Uniti.

Ma in campo ci sono anche altre multinazionali del farmaco, come Johnson & Johnson, GlaxoSmithKline e Sanofi, pronti a iniziare la sperimentazione clinica dei loro vaccini. È una sfida contro il tempo con in palio un business colossale che, paradossalmente, potrebbe coronare vincitore proprio il Paese, gli Stati Uniti, che finora ha visto solo poche decine di contagiati. Quello dei vaccini è un mercato molto appetibile: negli ultimi due decenni è cresciuto di sei volte. Oggi vale oltre 35 miliardi di dollari, secondo AB Bernstein.

Una sfida globale

Molti epidemiologi sono convinti che, nonostante tutti gli sforzi di contenimento e di contrasto, il SARS-CoV-2 sia destinato a diffondersi al 40-70% della popolazione mondiale.

Nella stragrande maggioranza dei casi sarà asintomatico o porterà a lievi disturbi. Alla stessa stregua delle altre infezioni da Coronavirus. Infatti, non è assolutamente escluso che, a partire dalla prossima stagione, ai “coronavirus” responsabili di influenza e raffreddore, verso cui non siamo in grado di sviluppare una immunità permanente, per cui necessitiamo di una vaccinazione annuale, se ne potrebbe aggiungere un altro, il SARS-CoV-2, appunto, che intanto avrà raggiunto carattere “endemico”.

Sono molti i Paesi impegnati in questa sfida. I ricercatori australiani dell'Università di Queensland, in tre settimane, hanno sviluppato un vaccino anti-SARS-CoV-2. Sono riusciti a bruciare tutte le tappe grazie ad una nuova tecnologia, la 'molecular clamp' (morsetto molecolare) che, esponendo una conformazione proteica simile a quella presente nel virus vivo, potrebbe assicurare ai vaccini una elevata risposta immunitaria.

Anche ad Hong Kong i ricercatori stanno sviluppando un loro vaccino. Dopo aver isolato il virus, adesso stanno lavorando ad un vaccino da testare inizialmente in laboratorio, su modelli animali, prima di arrivare ai test clinici. Non prima del prossimo anno.

CEPI di Bill & Melinda Gates

Fondata a gennaio 2017, a Davos, in Svizzera, CEPI (Coalition for Epidemic Preparedness Innovations) è una società filantropica, pubblico-privata, foraggiata dalla Bill & Melinda Gates Foundation, vede la partecipazione anche di diversi governi, tra cui Norvegia, Germania, Belgio, Giappone, Australia e Canada. La società ha una liquidità di 630 milioni di dollari.

CEPI ha come missione quella di favorire lo sviluppo di vaccini contro i nuovi virus.

Ha già finanziato lo sviluppo di cinque vaccini contro il virus Lassa, quattro contro il MERS-Cov e due contro il virus Nipah. Ora sta finanziando diverse aziende ed organizzazioni per trovare, in tempi rapidi, come abbiamo visto, un vaccino contro il nuovo coronavirus.