Il professor Alberto Zangrillo è intervenuto durante l'ultima puntata del programma di La 7 Non è l'Arena. Ha parlato del Coronavirus e del futuro della pandemia nel nostro Paese. Ha voluto rassicurare gli italiani e ha detto che non bisogna essere spaventati. Secondo il direttore del reparto di terapia intensiva dell'ospedale San Raffaele di Milano, la Covid-19 è ancora presente ma, al momento, porta molte meno persone negli ospedali rispetto alla fase iniziale.

Zangrillo rassicura sul coronavirus: 'Non terrorizziamo gli italiani'

Secondo Zangrillo, il Paese sarebbe uscito dalla fase critica, nonostante l'indice di mortalità sia ancora preoccupante.

Ma, a suo giudizio, i numeri sulle vittime delle ultime settimane sarebbero probabilmente sovrastimati, così come potrebbero essere stati sottostimati quelli della prima fase dell'epidemia.

La sanità italiana, secondo il professore, ha risposto in maniera ottimale: "Abbiamo fatto scuola a livello di sistema sanitario. Il primo governo occidentale che ha determinato il lockdown". Secondo Zangrillo "tutti noi possiamo aver fatto degli errori, ma la Lombardia ha dovuto affrontare dramma vero, ma non siamo stati fermi". E poi, rispondendo a una domanda del conduttore Massimo Giletti, ha affermato che non bisogna terrorizzare gli italiani, piuttosto va detta la verità. "Non è giusto dire - ha continuato Zangrillo - 'Arriverà la seconda ondata, si salvi chi può'".

Il direttore del reparto di terapia intensiva del San Raffaele ha inoltre ricordato che i malati possono essere curati e che le istituzioni possono affrontare il problema a livello locale. "Il virus esiste e continua a esserci - ha precisato - ma a un livello subclinico".

Zangrillo riflette sui numeri

Parlando di numeri, Zangrillo ha dichiarato che, ancora oggi, c'è "un indice preoccupante di mortalità" e ha fatto una riflessione sui decessi.

A febbraio, marzo e aprile "sarebbero stati sottostimati, ora forse sono sovrastimati". Non ha però criticato la scelte del governo sulle chiusure di marzo: "Il lockdown è servito e l'Italia si è comportata in modo esemplare. Noi non conoscevamo nulla del virus, siamo stati tutti bravi e quando dico tutti non penso solo ai medici, penso anche a chi ha fatto delle scelte che si sono rivelate vincenti".

Il direttore del reparto di terapia intensiva del San Raffaele si è espresso anche sulle mascherine: "Il mio punto di vista è il seguente: è uscito un lavoro importantissimo sul British Journal che dice che il lockdown è servito, sennò sarebbero morti centinaia di migliaia di italiani". Per la riaperture complete "ogni regione deciderà sulla base dei propri dati quando, ma è importante tenere le mascherine e sapere che se ci comportiamo bene prima o poi ce le dobbiamo dimenticare".