Matteo Bassetti è stato chiamato ad esprimersi sulle tesi espresse da Alberto Zangrillo. L'infettivologo dell'ospedale San Martino di Genova, rispondendo ad una domanda di Myrta Merlino, ha mostrato di essere sulla stessa lunghezza d'onda del primario di anestesia del San Raffaele di Milano. Per entrambi, gli scenari che si stanno delineando negli ospedali certificano che il Coronavirus sta mostrando segnali di resa sotto il profilo clinico. Allo stesso modo, Bassetti non ha dissentito dalla tesi di Zangrillo secondo cui, ad oggi, tuffarsi in una previsione su una possibile seconda ondata rappresenta un'azione azzardata.
Coronavirus: Bassetti dice che la prova è la situazione degli ospedali
Nei giorni scorsi, Alberto Zangrillo aveva dichiarato che "il virus clinicamente non esiste più". Parole che avevano sollevato un polverone, tenuto conto che una parte della comunità scientifica ritiene non ci si possa considerare ad un punto dove poter fare dichiarazioni di quel tipo. Bassetti, però, sta dalla parte del collega del San Raffaele. "Io - ha detto - concordo da medico e francamente sono molto colpito che ci siano tante persone che la pensino diversamente. Vorrà dire che c'è chi i malati non li ha visti. Se lei va ad intervistare le persone che lavorano nei pronto soccorso del nord Italia, le dicono tutti la stessa cosa".
Per Bassetti manca ancora prova della mutazione
Secondo l'infettivologo, la forza delle sue opinioni risiede nella valutazione empirica di ciò che sta avvenendo nelle strutture sanitarie. A parere di Bassetti, inoltre, ci sarebbe un altro parametro oggettivo che certificherebbe la bontà dell'opinione di Zangrillo: i numeri della Protezionei Civile.
"Non è - ha proseguito - che Zangrillo o Bassetti che hanno voluto fare la boutade, è la realtà dei fatti. Ogni giorno le persone in terapia intensiva decrescono di 50 unità. Quotidianamente perdiamo il 15% dei ricoveri in terapia intensiva. I malati non arrivano più e se arrivano, arrivano dai focolai che conosciamo: Rsa o il personale lì impiegato".
Matteo Bassetti, tuttavia, non ha mancato di sottolineare come possa essere vero che manchi una prova della mutazione del Sars-Cov-2. Un punto che però, a suo avviso, non va scambiato con l'incidenza del problema coronavirus sulla popolazione. "Se mi si dice - ha proseguito - che ci vuole un'evidenza scientifica per dimostrare che il virus è mutato, siamo tutti d'accordo. Non mi si dica che questa è la realtà dei fatti, sennò si nega l'evidenza clinica, che è quella che noi vediamo nei nostri pronto soccorso".