I professori Massimo Galli e Alberto Zangrillo martedì 2 giugno si sono confrontati a Porta a porta, esprimendo delle visioni differenti sull'evoluzione clinica della Covid-19.
Il dottor Zangrillo, primario dell'Unità operativa di anestesia e rianimazione all'ospedale San Raffaele di Milano, ha dichiarato che in questa fase i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono inferiori di numero e meno gravi clinicamente, e ciò vuol dire che il virus è diventato meno aggressivo da un punto di vista clinico, ovvero ha "perso potenza" rispetto ai mesi scorsi.
A sostegno del suo ragionamento, il medico genovese ha citato uno studio del professor Clementi, virologo del San Raffaele di Milano e un altro del professor Guido Silvestri, patologo e docente presso la Emory University di Atlanta, menzionati già qualche giorno fa, quando ha affermato: "Clinicamente il virus non esiste più".
In quella circostanza è intervenuto anche il dottor Clementi, il quale ha chiarito: "La malattia ha cambiato profilo. Capita spesso che, dopo una fase di grande aggressività, ci sia una forma di coadattamento tra virus e ospite".
Galli sostiene che il virus non è mutato
Il professor Galli, direttore del reparto malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, ha ribattuto dicendo che il numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva si è notevolmente ridotto poiché vi arrivano soltanto coloro che versano in condizioni critiche, e questi ultimi effettivamente sono diminuiti.
Tutto ciò, però, dipende dalla "efficacia delle misure di distanziamento sociale adottate in questi mesi" e non da una minore aggressività del nuovo Coronavirus.
"Solo il 10% delle persone che hanno contratto il virus - ha proseguito - sono costrette ad andare in ospedale con una polmonite". Dunque per Galli, stando ai risultati delle ultime ricerche, non vi è stato nessun cambiamento significativo nelle caratteristiche del virus.
Il virologo del Sacco di Milano ha concluso dicendo: "Possiamo essere d'accordo che quello che stiamo vedendo è diverso da quello che vedevamo qualche mese fa", ma questa è una "logica conseguenza della fine della prima ondata dell'epidemia".
Oms, Michael Ryan: 'Questo è ancora un virus killer'
L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) è intervenuta sul dibattito relativo ad una presunta minore letalità del nuovo coronavirus.
Michael Ryan, responsabile del programma di emergenze sanitarie, in conferenza stampa a Ginevra ha dichiarato: "Questo è ancora un virus killer".
Ha spiegato che "la contagiosità e la severità non sono cambiate", quindi ha sottolineato che in questa fase si è riusciti ad approntare tutte le misure precauzionali previste per ridurne la trasmissione. Infine Ryan ha affermato che si sta cercando di capire se "l'intensità dell'esposizione al virus" possa avere degli effetti sulla severità della Covid-19.