A darne notizia è stata la BBC. Secondo il dr. Kenneth Baillie, del comitato direttivo dello studio Recovery, un vecchio corticosteroide, il desametasone, somministrato a piccole dosi nei pazienti Covid-19 in condizioni critiche, ha ridotto di un terzo i decessi. Un risultato davvero sorprendente se consideriamo che è un farmaco disponibile da anni in farmacia, costa 6 euro, e dà un beneficio in pazienti che sono nelle condizioni peggiori.

È il primo farmaco efficace su questo tipo di pazienti.

Lo studio britannico

A marzo 2020 negli ospedali del Regno Unito parte uno studio, chiamato Recovery (Randomised Evaluation of COVid-19 thERapY). Obiettivo: testare una serie di farmaci contro il Covid-19 (drug repositioning). In 175 strutture, sparse per tutto il Regno Unito, furono arruolati 11.500 pazienti. Tra i vari farmaci, anche un vecchio cortisone antinfiammatorio, il desametasone, somministrato a dosaggi bassi.

Pochi giorni fa, l’8 giugno, in vista di una riunione del comitato direttivo (Steering Committee), sono stati analizzati i dati clinici derivanti dai pazienti trattati con desametasone.

Su un totale di 2.104 pazienti che avevano preso 6 mg di desametasone, una volta al giorno per dieci giorni, per bocca o per via iniettiva, la mortalità era significativamente inferiore se paragonata a quella registrata nei 4.321 pazienti che erano stati sottoposti ad altri trattamenti, senza il cortisone.

In 28 giorni, i pazienti senza cortisone avevano fatto registrare una mortalità del 41% tra coloro che erano sottoposti a ventilazione, del 25% in quelli trattati con ossigeno ma non intubati, e del 13% in quelli che non richiedevano alcun intervento respiratorio.

Il desametasone aveva ridotto di un terzo la mortalità nei pazienti ventilati, di un quinto nei pazienti che richiedevano solo ossigeno e nessun beneficio negli altri pazienti, quelli che non avevano problemi respiratori.

Questi numeri sono abbastanza eloquenti per associare l’efficacia di questo farmaco alla sua azione antinfiammatoria polmonare: infatti i maggiori benefici sono stati ottenuti nei pazienti con maggiori problemi respiratori.

Questo è il primo farmaco in grado di ridurre la mortalità in pazienti che sono già in condizioni molto gravi. Questi risultati sono stati annunciati ma non sono ancora pubblicati. In ogni caso, un altro tassello è stato aggiunto nel grande puzzle Covid-19.

Desametasone

Sintetizzato per la prima volta nel 1957, il desametasone fu approvato come medicamento nel 1961. Considerato dall’OMS farmaco essenziale, questo cortisone ha un costo davvero minimo. Una terapia di un mese costa meno di un dollaro, nei paesi in via di sviluppo, e 25 dollari negli Stati Uniti dove ogni anno viene prescritto a milioni di pazienti.

Indicato per il trattamento di molte patologie come problemi reumatici, problemi dermatologici, allergie, asma, problemi oculari, colite ulcerosa, lupus, psoriasi, ecc. Può essere assunto per bocca e per via iniettiva (intramuscolo e endovena). Ma anche aerosol, pomate o soluzioni ad uso oftalmico.

Remdesivir

Lo sforzo della comunità scientifica mondiale nel contrasto alla pandemia Covid-19, in attesa di un vaccino che risolva il problema all’origine, finora ha confermato solo un farmaco davvero efficace nel Covid-19. Si tratta di Remdesivir, l’antivirale sviluppato da Gilead, già approvato negli Stati Uniti, dalla FDA (1 maggio 2020), proprio per il trattamento del Coronavirus, e subito dopo anche l’EMA (19 maggio) ha dato parere favorevole per la prescrizione in Europa di questo farmaco nel Covid-19.

Rispetto al desametasone, un antinfiammatorio ad ampio spettro, il remdesivir è un analogo nucleotidico che ha un meccanismo antivirale specifico. Dopo essere stato metabolizzato a livello intracellulare, assume la sua forma attiva come analogo dell’adenosina trifosfato (ATP), competendo con l’adenosina trifosfato per l’incorporazione nel filamento di RNA, inibendo la RNA polimerasi virale. E quindi impedendo al coranavirus di moltiplicarsi.

Secondo i dati pubblicati qualche settimana fa su New England Journal of Medicine, Remdesivir accorcia i tempi di recupero dalla malattia. 11 giorni verso i tradizionali 15 giorni. Dati basati su uno studio che ha visto coinvolti 1.059 partecipanti (538 con remdesivir e 521 con placebo).

Mentre i benefici sulla riduzione della mortalità erano meno evidenti: dopo 14 giorni di osservazione, con remdesivir era dell’7,1% , con il placebo era dell’11,9%. Ma questo dato non veniva considerato robusto. Altri studi sono in corso, associando il remdesivir a degli antinfiammatori.