La scoperta è dei ricercatori dell’Università dello Stato dell’Ohio. Un batterio del microbiota intestinale possiede un enzima (Mtcb) che è in grado di demetilare (togliere un metile) dalla molecola della carnitina presente nella dieta e, conseguentemente, ridurre la produzione di trimetilammina (Tma), un metabolita che si forma nell'intestino a partire proprio da nutrienti ricchi di carnitina, colina, fosfatidilcolina. La Tma così prodotta, nel fegato viene trasformata in Tmao (trimetilammina-N-ossido), sostanza associata da una vasta letteratura scientifica e clinica a un elevato rischio cardiovascolare.
Questo batterio, o l’enzima Mtcb, potrebbe ben presto trovare un’applicazione terapeutica. I risultati pubblicati su Journal of Biological Chemistry.
Enzima demetilante cardioprotettivo
Eubacterium limosum Atcc 8486 è un batterio anaerobico (cresce in assenza di ossigeno) e acetogenico, trasforma gli acidi grassi volatili e l’etanolo, in acido acetico (CH3COOH), idrogeno (H2) e anidride carbonica (CO2). Inoltre, E. limosum è una demetilasi della L-carnitina, dipendente dalla cobalamina (Vit. B12).
Perché è importante la scoperta fatta dai ricercatori dell’Università dello Stato dell’Ohio? Per aver individuato in questo batterio intestinale un enzima, Mtcb, membro della superfamiglia MttB. Questa superfamiglia, comprendente migliaia di enzimi aventi un’azione metiltransferasi, ovvero trasferiscono gruppi metili da una molecola a un’altra.
I ricercatori hanno ora individuato l’enzima Mtcb presente proprio in questi batteri del microbiota intestinale.
Mtcb è in grado di demetilare la L-carnitina, una sostanza comunemente presente nella dieta delle popolazioni occidentali. Come prodotto di questo processo di demetilazione si ottiene la “norcarnitina”, ovvero una carnitina senza un metile.
Un’altra peculiarità di questo enzima è la specificità verso la molecola della carnitina. Infatti, la sua azione demetilante sembra meno efficiente su altre sostanze naturali presenti nella dieta, nella cui struttura chimica è ugualmente presente un'ammina quaternaria, come γ-butyrobetaina, colina e fosfatidilcolina.
Secondo gli autori, questa è la prima volta che viene descritto un processo metabolico di questo tipo a carico della molecola L-carnitina.
L’importanza di tutto questo è associata agli effetti che la trimetilammina (Tma) - un metabolita prodotto da alcuni batteri della flora intestinale a partire proprio da molecole come la carnitina, contenenti un’ammina quaternaria – producono sulla Salute, e in particolare sui rischi cardiovascolari. Infatti, nel fegato la Tma viene ossigenata (Tmao) e questa sostanza sembra rappresentare un fattore di rischio cardiovascolare. Soprattutto nei soggetti più debilitati come ipertesi, obesi, chi soffre di disturbi metabolici e negli anziani.
Un batterio amico dell’intestino
L’Eubacterium limosum, o l’enzima Mtcb, potrebbe favorire la riduzione della produzione di sostanze ad attività proaterogena.
Questo approccio potrebbe essere sfruttato a fini terapeutici. Studi precedenti avevano anche svelato le proprietà antinfiammatorie dell’Eubacterium limosum a livello della mucosa intestinale.
Ne è convinto il principale autore di questo studio, Joseph Krzycki, professore di microbiologia all'Università dell’Ohio, anche se il ricercatore rimane prudente. Trattandosi di un primo risultato, ulteriori studi devono essere condotti per confermare queste evidenze.
In attesa di una regolare pubblicazione, questi risultati sono stati anticipati in una versione online di Journal of Biological Chemistry, primo autore Duncan J. Kountz, .
Questo studio si colloca nel solco delle ricerche dell’ultimo decennio, che vedono nei batteri intestinali una variabile estremamente importante nel condizionare lo stato di benessere ma anche la causa di molte patologie.
Rimane comunque curioso vedere che l’Eubacterium limosum solo se viene fatto crescere in presenza di L-carnitina sintetizza la proteina Mtcb, specificamente per eliminare il gruppo metilico della L-carnitina. Sembra un meccanismo sviluppatosi con l’evoluzione, per proteggere l’organismo dall'esposizione di sostanze che possono essere dannose, come abbiamo detto.
Ogni giorno, lo studio del microbiota riserve nuove sorprese. Ma suggerisce anche che c'è ancora molto da imparare su come i batteri intestinali possono influenzare la nostra salute anche in relazione al metabolismo e di quello che mangiamo.