Secondo una ricerca condotta dal Dipartimento di Biologia dell'Università dello Utah, il surriscaldamento globale sarebbe una delle cause che stanno portando a un aumento delle allergie e degli attacchi di asma nelle persone durante il periodo dell'impollinazione. L'innalzamento delle temperature a livello mondiale sta avendo, tra le tante conseguenze, anche quello di far iniziare il periodo dell'impollinazione in precedenza e farlo terminare con diversi giorni di ritardo rispetto al solito. Tutto questo si traduce in una presenza maggiore di pollini nell'aria.
Ci sarebbero il 21% di pollini in più nell'aria rispetto agli anni Novanta
I numeri della ricerca sono impietosi: secondo gli scienziati, rispetto agli anni Novanta, il periodo dell'impollinazione inizia 20 giorni prima e termina 10 giorni più tardi, con un incremento di polline nell'aria del 21%. L'allarme riguardo una possibile correlazione dell'innalzamento delle temperature globali e aumento dei pollini era già stato lanciato nel 2010 in un rapporto dell'Asthma and Allergy Foundation of America e la National Wildlife Federation, al quale era seguito quello di altri ricercatori che avevano effettuato un esperimento in una serra per simulare come le temperature elevate possano portare a un incremento del polline nell'aria.
Negli USA, è il Texas lo stato con il maggiore incremento di pollini nell'aria dal 1990 ad oggi.
Più polline a maggio
Il mese peggiore per chi soffre di asma allergica non è più in estate, ma a fine maggio. Uno studio dell'Università di Perugia ha infatti mostrato come il picco non venga più raggiunto a luglio, ma ben prima, con una concentrazione di pollini ben più alta rispetto al passato.
In modo particolare, l'incremento dei casi riguarderebbe l'allergia al polline di cipresso, in modo particolare nel centro Italia. I ricercatori hanno spiegato che la fioritura di quest'albero è ritardata da febbraio a marzo, con un prolungamento fino a primavera. Anche i pollini degli alberi di olivo sono incrementati maggiormente nell'aria, in modo particolare nel periodo che va da aprile alla fine di giugno.
Se non altro, oggi c'è un motivo in più per combattere il riscaldamento globale, visto che il numero degli italiani che soffre di asma allergica è in aumento. Anche muffe ed edera velenosa si sono diffusi maggiormente a causa dell'innalzamento delle temperature in tutto il mondo, e c'è davvero da pensare che questi siano solo alcuni dei tanti cambiamenti che vivremo sulla nostra pelle qualora non si decidesse di intervenire davvero per arginare il fenomeno del riscaldamento globale. Lo studio americano ha fatto anche notare come il legame tra innalzamento delle temperature e incremento del polline nell'aria sia accertato da prove statistiche che non permettono di dubitare della correlazione.