La dipendenza affettiva, in psicologia, è uno tra i disturbi più diffusi. Quando si trova un partner che ci fa sentire vivi e felici, appagati e in armonia, è assolutamente normale sperimentare un senso piacevole di fusione, in particolare nel primo periodo, definito in gergo 'fase della luna di miele'. Con il progredire della relazione, le emozioni cambiano, così come le proprie esigenze. La dipendenza fusionale con il partner tende a scemare, ristabilendo i confini del sé e l'esigenza funzionale della propria indipendenza, nonostante si stia in coppia.

In alcuni casi, però, si rimane intrappolati nella gabbia della dipendenza affettiva, fino a scivolare nell'ossessione e nel timore irrazionale di perdere il partner e, con esso la propria individualità. Come fare allora a non far sì che la relazione diventi tossica e una prigione dalla quale non si riesce - o non si vuole - uscire?

Che cosa è la dipendenza affettiva

Come abbiamo detto prima, un certo grado di dipendenza è normale in una relazione di coppia. Diventa tuttavia disfunzionale se si comincia a considerare il partner l'unica fonte della nostra felicità, l'unica ragione di vita, tanto da annullare non solo i propri bisogni e desideri ma addirittura il nostro sé. Il malessere diventa ingestibile e si possono manifestare pensieri ricorrenti e intrusivi di abbandono, ansia, insonnia, somatizzazioni e attacchi di panico che rendono difficile condurre una vita 'normale' e appagante, senza che ci sia per forza l'appoggio della persona amata.

Ciò che viene a mancare è il senso di reciprocità, indispensabile per un rapporto di coppia 'sano' e appagante.

Quali sono i sintomi della dipendenza affettiva

Chi sperimenta la dipendenza affettiva prova un senso insopportabile di angoscia, di timore legato al perdere la persona amata. Cerca in continuo rassicurazioni da parte del partner, prove del suo amore e dedizione costante.

In realtà, tutto ciò è controproducente, perché la persona oggetto dell'ossessione d'amore inizierà a sentirsi intrappolata a sua volta e non libera di vivere la sua vita. Importante sottolineare che la dipendenza affettiva non si manifesta solo con il partner ma anche con famigliari o amici, essendo una modalità insita di relazione.

Si perdono i confini tra sé e l'altro, cercando in maniera ossessiva una fusione totale che, per forza di cose, non potrà mai esserci perché disfunzionale e priva di contestualizzazione.

Cause della dipendenza affettiva

In genere, le cause della dipendenza affettiva risalgono all'infanzia e, nello specifico, al rapporto nei primi anni di vita con i genitori o le principali figure di accudimento. I genitori possono essere stati distanti, anaffettivi o anche implicati in una dinamica di doppio legame (come descritto molto bene da Bateson) in cui ci sono due messaggi comunicativi completamente opposti: il genitore comunica ad esempio al figlio verbalmente di volergli bene ma nel concreto non dimostra affetto.

Si tratta di un problema legato alla metacomunicazione e alla difficoltà di esprimere in maniera non paradossale i propri sentimenti. La dipendenza affettiva può svilupparsi anche nel caso contrario, ovvero con genitori iper protettivi che hanno limitato la naturale esperienza di esplorazione del mondo e costruzione della propria identità, limitando di fatto la strutturazione dell'indipendenza. 'Senza qualcuno che mi sostiene e mi ama non posso farcela' ecco che il pensiero intrusivo si impossessa della mente, ingabbiandola in un sistema di relazioni e legami di dipendenza, ossessione e profondo senso di vuoto.

Come si supera la dipendenza affettiva

Si può uscire dalla gabbia della dipendenza affettiva?

La risposta è sì. Il percorso di terapia aiuta la persona su due fronti. Stando all'approccio dinamico, si mira a ricercare e rendere funzionali le modalità relazionali e comunicative che fino a ora si sono messe in atto. Occorre una frattura del sistema che introduca un cambiamento e, di conseguenza, esperienze emozionali correttive che comprendano legami non basati sulla dipendenza. Nello stesso tempo, si andrà a rafforzare il senso del sé che si è smarrito, lavorando sull'autostima e sulle risorse personali, scardinando sia i pensieri che i comportamenti che alimentano la dipendenza.

Fonti

  • Fromm, E. (1956.). The art of loving. New York: Harper & Brothers.
  • Cermak T. (1986). Diagnosing and Treating Co-dependence. Johnson Books, Minnesota
  • Diagnosi, assessment e trattamento cognitivo-comportamentale

    (Antonella Lebruto, Giulia Calamai, Laura Caccico, Valentina Ciorciari)