Che l'attuale capocannoniere della serie A, Edinson Cavani, fosse seguito da mezza Europa lo sapevano già tutti. Il presidente del club partenopeo, Aurelio De Laurentiis, nel rinnovargli il contratto a inizio campionato, ha fissato una clausola rescissoria faraonica di oltre 60 milioni di euro.

Esclusa qualsiasi possibilità di restare in Italia con altra maglia (i club italiani non possono permettersi certe cifre nè per il cartellino nè per l'ingaggio), sono le big spagnole, tedesche e inglesi a contendersi le prestazioni dell'ex attaccante del Palermo.

Recentemente la madre di Cavani si è lasciata sfuggire, in un'intervista ad una radio uruguaiana, una frase, che ha fatto il giro del mondo, circa l'intenzione del figlio di lasciare il Napoli. E se il papà Luis lo vede al 50% al Real Madrid di Mourinho, il fratello Guglielmone si accontenterebbe di qualsiasi club europeo prestigioso.

Le società indiziate sono tre: Real Madrid, Bayern Monaco e Manchester City. Il club di Florentino Perez, a quanto pare, è la meta preferita del Matador. Il Bayern di Pep Guardiola ha dalla sua un'offerta economica per il cartellino che si avvicina molto alla clausola rescissoria fissata da De Laurentiis.

Ma, oggi, fonti inglesi, in particolare il Daily Mail, parlano con insistenza di un'offerta di ingaggio per il fuoriclasse partenopeo, da parte dell'attuale club di Roberto Mancini, che si aggira sui 13 milioni di sterline (vale a dire oltre 15 milioni di euro l'anno).

Pare che emissari di Cavani abbiano avuto recentemente frequenti contatti con lo sceicco Mansour, e che addirittura il giocatore sia in procinto di firmare.

Cosa ne sarà del nostro campionato sistematicamente defraudato a suon di milioni dei suoi pezzi da novanta? La risposta è semplice: se non si è più in grado di competere con le grandi d'Europa nell'aggiudicarsi i cosiddetti top player già affermati, bisogna puntare sui giovani, sui vivai, sugli osservatori in Italia e nel mondo.

Lo stesso Cavani prima di firmare per il club azzurro era sì un giocatore forte, ma nessuno si sarebbe a quei tempi aspettato un simile esploit, sia in termini di vena realizzativa, che dal punto di vista dell'apporto che il giocatore dà a tutto campo alla sua squadra. È toccato a Mazzarri valorizzarlo al meglio e renderlo così uno degli attaccanti più forti del pianeta.