Erick Thohir è ad un passo dal comprare l'Inter. Il magnate indonesiano, già proprietario di diversi club di basket e di soccer americani, sta per entrare ufficialmente anche nel calcio italiano. Ieri sera infatti avrebbe presentato a Massimo Moratti un'offerta che non si può rifiutare: 300 milioni di euro per il 75% della società.

I motivi per accettare sono diversi. Primo: fino a qualche settimana fa Moratti valutava l'intera società 300 milioni, mentre stavolta Thohir per la stessa cifra ne compra solo tre quarti. Secondo: l'indonesiano ha accettato di coprire tutti i debiti accumulatisi negli anni.

Ciò significa niente più guai con il fair play finanziario e possibilità di spendere sul mercato. Terzo, e forse punto più importante: Moratti resta in società.

L'attuale presidente manterrebbe un po' meno del 25% rimanente (entrerebbero anche altri soci minori), ma sarebbe ancora centrale nelle politiche italiane della squadra. In particolare, vista la sua conoscenza del calcio italiano che è senza dubbio superiore a quella di Thohir, lui e i suoi collaboratori continuerebbero ad occupare ruoli chiave all'interno della società, mentre gli uomini di Thohir si occuperebbero maggiormente di marketing all'estero e della realizzazione dello stadio.

L'obiettivo, dice l'indonesiano, è di passare dagli attuali 25 milioni annui realizzati con lo stadio ad almeno 80-100, in modo poi da finanziare politiche future.

Il calcolo è realistico visto che uno stadio di proprietà non obbligherebbe la società a pagare l'affitto e a condividere l'incasso con il Comune di Milano, ed inoltre un impianto in stile Juventus Stadium avrebbe un indotto per altre attività molto importante.

Per la firma bisognerà attendere ancora un po'. I Moratti (l'intera famiglia) si dovranno riunire, dovranno discutere dell'offerta e decidere se accettarla o meno.

Se l'esito fosse positivo, bisognerebbe poi incontrare Thohir ed il suo staff e mettere tutto nero su bianco. Ad ogni modo entro l'inizio del nuovo campionato l'Inter potrebbe avere un nuovo presidente.