Una triste quanto improvvisa notizia scuote il mondo della Formula 1, impegnato in queste ore a Susuka per il Gran Premio del Giappone. Maria de Villota, trentatreenne spagnola ex pilota, è stata rinvenuta senza vita in una stanza d'albergo a Siviglia, dove soggiornava. Avrebbe dovuto partecipare ad una conferenza e lunedì alla presentazione del suo libro "La vida es un regalo".
Il suo corpo esanime è stato rinvenuto di prima mattina dalla sua assistente Arancha, che prontamente ha chiamato i soccorsi. Qualunque tentativo di rianimazione è risultato vano.
La donna era probabilmente già morta. Nessuno azzarda ipotesi circa le cause anche se dai primi rilievi non risulta nessun segno di violenza né presenza di medicinali: tutto sembra far pensare ad una morte naturale.
Maria, figlia d'arte, era una delle poche donne che era riuscita a farsi accettare nel mondo dei motori, ancora chiuso al gentil sesso. Era stimata e apprezzata dai colleghi come pilota e la sua bravura le era valso l'ingaggio come collaudatrice per il Team di Formula 1 Marussia. Proprio mentre eseguiva un test driver nel circuito inglese di Duxford, Maria ebbe l'incidente che le cambiò per sempre la vita. Era il 3 luglio 2012.
Un tremendo impatto con un portellone di un camion improvvidamente lasciato aperto a bordo pista la portò ad un passo dalla morte.
La parte destra del cranio distrutta così come la sua vita si temeva allora. Ma contro ogni previsione, Maria si riebbe. Non riportò danni celebrali, ma dovette sacrificare parte del viso, saturato con 140 punti e la vista dall'occhio destro.
Dopo mesi di convalescenza e diversi interventi per eliminare le cicatrici, Maria ebbe la forza di raccontare la sua terribile esperienza.
Mantenendo quel pizzico di vanità femminile, si presentò alla stampa con una benda sull'occhio, l'unico segno esteriore a ricordare di quanto le era accaduto. Le ferite più gravi, però, non erano visibili all'esterno. Soffriva, infatti, di gravi dolori alla testa e non poteva fare sforzi per la pressione cranica. Aveva perso l'uso dell'olfatto e del gusto, non avrebbe più potuto guidare una monoposto, ma continuava a sorridere, perché era viva ed le era stata concessa un'altra opportunità, che colse, sposandosi lo scorso luglio.
In queste ore di dolore si susseguono i messaggi di cordoglio come quelli di Alonso, suo connazionale ed amico, che raggiunto da questa tremenda notizia, ha espresso parole di grande commozione e vicinanza per la famiglia della giovane, dicendosi scioccato ed addolorato.
Questa giovane donna era riuscita a realizzare il suo sogno, quello di fare il pilota nella massima categoria, ma come spesso accade il destino aveva in serbo per lei altri piani. Era morta, ma resuscitò. Ha avuto del tempo per apprezzare quello che spesso consideriamo come ovvio e scoprire le cose realmente importanti della vita.
Per dare un senso a qualcosa che un senso non ce l'ha, nessuna parola può esprimere al meglio quello che è accaduto, come quelle diffuse in una nota dalla famiglia: "Cari amici, Maria se ne è andata. Doveva andare in cielo come tutti gli angeli. Ringraziamo Dio per l'anno e mezzo che l'ha lasciata ancora con noi".