Lunedì 20 aprile si è disputata la Maratona di Boston, che venne funestata dall'attentato terroristico islamico del 15 aprile 2013 in cui, a causa di due bombe esplose a breve distanza dal traguardo, persero la vita tre persone e 264 rimasero ferite, in diversi casi dovendo subire l'amputazione di un arto. Come successe all'atleta Rebekah Gregory, una giovane texana oggi ventisettenne che a due anni di distanza e dopo essersi fatta amputare una gamba, sostituita da una protesi, ha deciso di riprovare a correre nella competizione sportiva, ora dedicata alle vittime dell'attacco.

L'attentato e l'amputazione della gamba - Rebekah Gregory, 25 anni, texana, aveva appena tagliato la linea del traguardo sotto gli occhi del compagno e del figlio quando una delle due bombe piazzate dai fratelli ceceni Tamerlan e Dzhokar Tsarnaev, di 27 e 19 anni, le ha spappolato una gamba. In seguito la giovane ha dovuto subire 18 interventi e cinque mesi fa ha deciso di farsi amputare l'arto sotto il ginocchio per cui la situazione era irrecuperabile e di farsi installare una protesi. Tuttavia non si è arresa e ha continuato ad allenarsi in modo da poter partecipare alla maratona del 2015. Commossa appena tagliato il traguardo, la giovane si è lasciata cadere baciando la terra: è ben consapevole di essere una sopravvissuta e ha confessato di aver temuto di non poter vedere più suo figlio. Ma ce l'ha fatta. Con una gamba artificiale ha corso quei 42 chilometri tra Hopkinton, nel Massachusetts, fino al centro di Boston.



Al via il processo contro uno dei due attentatori
- Quattro giorni dopo l'attentato, la polizia sparò e uccise Tamerlan Tsarnaev, il maggiore dei due fratelli ceceni, mentre il minore, Dzhokar, oggi ventunenne, fu arrestato. Comparendo davanti ai giurati l'8 aprile, si è dichiarato colpevole dell'attacco e, dopo 11 ore di camera di consiglio, è stato ritenuto responsabile di tutti e 30 i capi d'accusa a lui ascritti, 17 dei quali prevedono la pena di morte. Al processo era presente anche Rebekah Gregory, che ha testimoniato contro il giovane terrorista.

Lunedì 20 aprile, proprio nella giornata in cui si è tenuta la Maratona di Boston, si è aperto contro di lui un nuovo procedimento legale per decidere se Tsarnaev vada condannato appunto alla pena capitale oppure al carcere a vita. La sua avvocata, Judy Clarke, punta a dimostrare che Dzhokar era succube di Tamerlan, la presunta mente del fatto, mentre l'accusa giudica i due attentatori ugualmente responsabili.