E’ la consacrazione di un predestinato. Peter Sagan ha vinto alla grande il Mondiale di Ciclismo di Richmond, con un numero da vero campione, forse meglio dire da fuoriclasse. A 3 km dall’arrivo lo slovacco ha piantato tutti sul muro più ripido del circuito ed ha resistito alla rincorsa del gruppo conquistando finalmente quella grande vittoria che tante volte aveva sfiorato nelle classiche. Per gli azzurri è stato invece un Mondiale deludente, con un Nibali e un Ulissi mai in gioco, Oss ritirato per colpa di una caduta, il velocista Viviani speso in una fuga un po’ azzardata.

Alla fine il migliore è stato Nizzolo, ma solo per un 18° posto.

Sagan, che numero!

Come si prevedeva la sfida iridata sul veloce circuito di Richmond si è risolta in una sfida diretta negli ultimi 4 km, breve ma intensissima. Prima l’Olanda aveva tenuto alto il ritmo del gruppo per controllare una fuga di comprimari partita nelle fasi iniziali e poi un bel contrattacco orchestrato da Taylor Phinney. Anche la Germania di Degenkolb si è fatta vedere in forze davanti al gruppo. Ma la corsa si è davvero animata solo ad un paio di giri dal termine quando Stannard ha propiziato una fuga in cui si sono inseriti anche Boonen, Kwiatkowski e a sorpresa il nostro uomo più veloce, Elia Viviani, colui che sulla carta avrebbe dovuto correre d’attesa ed aspettare lo sprint.

All’inizio dell’ultimo giro però una prima parte del gruppo si è riportata su Viviani e compagnia e poi il plotone si è di nuovo compattato per la sfida finale attesa da tutti sui tre muretti degli ultimi 4 km. Stybar ha aggredito il primo braccato da Degenkolb. La fila si è allungata e sul secondo muretto così la sparata di Sagan ha causato lo strappo decisivo.

Sagan ha aumentato ancora il vantaggio pennellando da par so le curve della discesa e si è presentato all’ultimo strappetto con un vantaggio già rassicurante. Un vero trionfo per lo slovacco, che ha corso praticamente senza squadra ed ha sverniciato tutti senza attendere lo sprint finale. La volata dei battuti è andata a Matthews su Navardauskas, solo quarto l’altro favorito Kristoff, naufragato nel finale Degenkolb.

La più grande vittoria della carriera

Peter Sagan ha celebrato la vittoria togliendosi anche qualche sassolino dalle scarpe per le tante critiche ricevute. In molti hanno parlato di Sagan come di un fenomeno che però non riesce mai a vincere quando conta davvero, dimenticando che questo 25enne slovacco ha già vinto una settantina di corse tra cui tappe al Tour, alla Vuelta, alla Tirreno, e classiche come Gand Wevelgem e Harelbeke, salendo sul podio a Sanremo e Fiandre. “Molti dicevano che non vado bene nelle gare lunghe come questa, ma ora io ho questa maglia per un anno” è la risposta di Sagan, che ha aggiunto “è la più grande vittoria della mia carriera, sono contento perché ho fatto tanti sacrifici dopo la Vuelta.” Sullo svolgimento della corsa: “Dovevo aspettare ed aspettare, poi sull’ultima salita in pavè ho dato tutto ed ho continuato fino alla fine. A quel punto sapevo che se fossi stato raggiunto per me sarebbe stato difficile fare lo sprint. Ma per me era l’attacco giusto”.