Dalle pagine del giornale olandese De Telegraaf, l’ex presidente della WADA (l’Agenzia antidoping mondiale) Dick Pound ha lanciato la sua accusa verso l’ex numero uno della Federazione ciclistica Hein Verbruggen. Secondo Pound i massimi organi governativi del Ciclismo hanno coperto per anni Lance Armstrong. Una versione che non è avvalorata da prove certe, ma che sarebbe tutt’altro che sorprendente.

L’accusa: ciclismo manovrato da Verbruggen

Canadese, 73 anni, avvocato, Dick Pound è stato il presidente dell’Agenzia Mondiale Antidoping dalla sua fondazione, avvenuta nel 1999, fino al 2007.

Proprio il periodo di maggior splendore della carriera di Armstrong, che nel ’99 iniziò la sua incredibile sequenza di sette successi al Tour de France. Secondo Pound il dominio di Armstrong sarebbe stato sostenuto dall’Uci, guidata da Hein Verbruggen, per aumentare l’interesse nei confronti del ciclismo e creare quindi un prodotto commercialmente più interessante. Lo scenario delineato da Pound descrive un ciclismo in calo di interesse negli anni novanta: “Poi all’improvviso appare un prodigio, un americano che ha sconfitto il cancro e vince il Tour per sette volte. La sua immagine doveva essere tutelata, era intoccabile. L’Uci e Verburggen lo hanno sempre coperto” racconta Pound al giornale olandese.

L’ex presidente della WADA cita un episodio molto eloquente in merito. “Quando fu sviluppato il controllo in grado di scoprire l’Epo, Armstrong fu invitato a partecipare con l’Uci. I medici gli spiegarono come funzionava il test, quale era la tracciabilità delle dosi. Credo che non serva qualcosa di più dimostrativo” ha rivelato Pound.

Armstrong e il suo staff dunque sapevano ben prima e più dettagliatamente degli altri corridori quali erano i limiti e le tempistiche con cui agire per non inciampare nel test antidoping. Ma nonostante lo definisca come “uno dei più grandi truffatori della storia dello sport” Pound preferisce prendere di mira Verbruggen, “era a conoscenza di tutto e lo ha protetto in tutti i modi”.