Ogni anno, da qualche stagione a questa parte, la parola d'ordine in casa Milan è stata sempre la stessa. Si parlò di ricostruzione ai tempi di Seedorf, poi si cercò di ripartire affidando la guida tecnica della squadra a Pippo Inzaghi e soltanto un anno fa la dirigenza rossonera era convinta di avviare l'ennesimo rinnovamento attraverso la scelta di mister Mihajlovic. Oggi, dopo una stagione tra alti e bassi con una squadra chiaramente incompleta e costruita male, in casa Milan si torna a parlare di ricostruzione. La fiducia della società nei confronti di Mihajlovic ormai è ai minimi termini e neppure la vittoria nella finale di Coppa Italia contro la Juventus, a sensazione, potrebbe salvare la panchina del tecnico serbo.

I malumori presidenziali per il gioco espresso dal Milan anche quest'anno porteranno a giugno ad una nuova rivoluzione. Ma in casa Milan negli ultimi tempi si è deciso di cambiare per poi, alla fine, non cambiare nulla.

I dubbi sulle scelte societarie

I buoni propositi con i quali si sono aperte tutte le ultime nuove avventure rossonere sono stati sempre sconfessati dopo pochi mesi dalla società guidata dal presidente Silvio Berlusconi. E' stato fatto con Seedorf, con il tanto caro Filippo Inzaghi e adesso si sta facendo con Mihajlovic. Per ricostruire bisogna avere pazienza specialmente se le scelte di mercato portano in dote, ogni estate, giocatori mediocri. Anche l'ultima campagna acquisti del Milan, a parte Romagnoli e Bacca, è stata assolutamente deficitaria con l'arrivo di giocatori di medio livello che sicuramente non garantiscono il salto di qualità tanto atteso dalla società.

In quest'ottica i limiti dei vari allenatori che si sono succeduti sulla panchina del Milan nelle ultime stagioni hanno quanto meno lo stesso peso di scelte societarie discutibili in sede di mercato. A voler far andare bene anche gli acquisti di gente come Bertolacci, Kucka, Antonelli, Jose Mauri bisognerebbe almeno dare fiducia al tecnico per provare a creare anche con una rosa non di primissima scelta un gruppo solido ed affiatato.

Un po come quello della prima Juventus di Conte...

Ed il futuro?

Le ultime giornate di campionato per il Milan sembrano assumere i contorni di una lenta marcia verso l'ennesima rivoluzione estiva. Mihajlovic non verrà confermato sulla panchina rossonera e le chiavi del "nuovo" Milan molto probabilmente verranno affidate ad Eusebio Di Francesco ( nonostante le dichiarazioni recenti dell'attuale tecnico del Sassuolo). A lui toccherà il difficile compito soddisfare i gusti tattici del presidente Berlusconi che, come è ormai risaputo, ha un palato molto fine quando si tratta di spettacolo.