Il numero degli atleti russi che prenderanno parte alle imminentiOlimpiadi di Rio de Janeiro è ancora incerto. Finora, a pagare le spese della "bufera doping" sono stati 117 dei 387 atleti che la Federazione russa avrebbe portato in Brasile. Tra questi l'intera squadra di atletica leggera composta da 68 elementi. Tra le esclusioni eccellenti pesa certamente quella di Yelena Isinbayeva, pluricampionessa olimpica ed iridata oltre che primatista mondiale del salto con l'asta. Ma ci sono altre specialità che potrebbero essere travolte, come il nuoto, la boxe e la ginnastica.

Il 'triumvirato' nominato dal Comitato Olimpico

Il caso era stato sollevato, come noto, dall'Agenzia mondiale antidoping che nel suo rapporto aveva puntato il dito sull'uso massiccio di sostanze proibite tra gli atleti russi nel quinquennio tra il 2010 ed il 2015, parlando chiaramente di "doping di Stato". La questione è naturalmente diventata politica, quando si era parlato di "esclusione in blocco" di tutti i portacolori di Mosca. "Senza la Russia sarebbe un'Olimpiade povera - aveva commentato il presidente Vladimir Putin - e noi non condividiamo assolutamente il provvedimento che ci fa tornare agli anni '80, al periodo dei boicottaggi". L'ultima trovata del CIO è stata pertanto la nomina di una commissione composta da tre persone il cui compito sarà quello di esaminare, atleta per atleta, tutti i casi russi.

Membri di questo "triumvirato" sono Ugur Edener, capo della commissione medico-scientifica del Comitato Olimpico; Claudia Bokel, ex spadista e componente della Commissione Atleti, e Juan Antonio Samaranch jr., figlio dell'ex presidente del CIO. La commissione è già al lavoro, considerato che mancano poco più di tre giorni alla cerimonia inaugurale dei Giochi.