Dal 21 agosto, giorno di chiusura delle Olimpiadi 2016, al 7 settembre, data di apertura dei Giochi Paralimpici, ci sono sedici giorni che non danno al Brasile modo di rilassarsi. Oltre i fasti mediatici, infatti, ci sono i conti da fare e i primi bilanci si tingono di rosso, non rassenerando affatto il paese organizzatore. Affluenza in calo negli stadi, audience inferiore sulle tv rispetto alle edizioni precedenti: questo nonostante siano stati venduti oltre l’80% dei tagliandi messi a disposizione (circa cinque milioni) e le tv (Rai compresa) abbiano investito somme importanti per garantire la copertura più ampia possibile all’evento.
Ma le spese per la realizzazione delle Olimpiadi hanno superato il 50% del budget disponibile, approssimandosi ai 5 miliardi di dollari. Si prevede un disavanzo di circa 100 milioni di dollari, che il Brasile dovrà ripianare attingendo alle casse statali, e si sa che il momento di crisi economica e sociale (oltre che politica, tiene banco il caso impeachment) acuisce il peso di questa operazione. Il problema delle Paralimpiadi è che condividono lo stesso capitolo di spesa delle Olimpiadi, quindi sono a rischio di malfunzionamento prima ancora di cominciare. Qualche nota positiva, però, esiste: ad esempio, a Rio de Janeiro, grazie alle opere realizzate per la kermesse, è salita dal 18 al 63% la quota di cittadini serviti dai mezzi pubblici.