Quella che sta per cominciare sarà, senza dubbio, una stagione molto triste per tutti i fans e gli appassionati della Nba, la principale lega di basket statunitense. Dopo l'addio al basket giocato di Kobe Bryant, leader dei Los Angeles Lakers, e quello di Tim Duncan, stella dei San Antonio Spurs, è arrivato in questi giorni anche quello di Kevin Maurice Garnett, ala grande (ma all'occorrenza anche ala piccola e centro) ammirato in Nba con le casacche di Minnesota Timberwolves, Boston Celtics e Brooklyn Nets dal 1995 al 2016.
Garnett, 'The Big Ticket', uomo-franchigia dei Timberwolves
Chiamato da Minnesota come quinta scelta al Draft 1995, Garnett disputa un'annata da rookie di buon livello, non riuscendo, però, ad alzare il livello di competitività di una squadra che viaggiava al di sotto delle 30 vittorie stagionali. Dal 1996 in poi, i numeri di Garnett crescono (17 punti, 8 rimbalzi, 3.1 assist di media), e, con Flip Saunders i T'Wolves centrano per la prima volta nella loro storia i playoff. Nel 1997 firma un rinnovo contrattuale shock (126 milioni per 6 anni), ma lo giustifica con un'altra super-stagione, la seconda chiamata all'All-Star Game e trascinando Minnesota al primo record positivo della sua storia (45-37).
Garnett è ormai uomo-franchigia, i suoi numeri continuano a lievitare (nel 1999 il suo score dirà 22.9 punti, 11.8 rimbalzi, 5.00 assist e 1.6 stoppate di media), e così quelli della squadra (50 vittorie, 32 sconfitte). Nella stagione 2003-2004, Garnett si carica sulle spalle Minnesota, la conduce al record di 58-24, e fino alla finale di Western Conference contro i Lakers, persa per 4-2.
Dopo due campionati in calo, il 31 luglio 2007 viene ceduto ai Boston Celtics in cambio di Al Jefferson, Ryan Gomes, Sebastian Telfair, Gerald Green, Theo Ratliff, denaro e scelte.
KG alla conquista dell'anello: le stagioni ai Celtics
In biancoverde, Kevin Garnett esordisce con il botto: insieme a Ray Allen e Paul Pierce costituisce il super terzetto dei Celtics, definiti 'The Big Three', che, con l'aiuto di un giovane ed ispirato Rajon Rondo, porta il 17 giugno 2008 la franchigia di Boston, da anni in fase decadente, al 17° anello della loro storia, 22 anni dopo l'ultimo e, ironia della sorte, in finale contro i rivali di sempre, i Los Angeles Lakers.
Nella stagione seguente, 2008-2009, Garnett accusa problemi nei playoff, e la corsa dei Celtics si ferma contro gli Orlando Magic al secondo turno. Nel 2010, con i 'Big Three' spesso tenuti a riposo nella parte finale della regular season, Boston si presenta ai playoff da quarta forza della Eastern Conference, ma approda nuovamente in finale: l'infortunio di Garnett, che ne ha limitato notevolmente l'esplosività, si fa sentire, i Celtics soffrono a rimbalzo, e perdono le Finals per 4-3. Il 7 febbraio 2013, KG tocca quota 25mila punti in carriera, ma, al termine di quella stagione, viene ceduto ai Brooklyn Nets, insieme ai colleghi Paul Pierce e Jason Terry, in cambio di Gerald Wallace, Kris Humphries, MarShon Brooks, Kris Joseph, Keith Bogans e scelte.
Il tramonto di una carriera, tra Brooklyn ed il ritorno a casa
La sua avventura ai Nets comincia con un altro record, quello dei 14mila rimbalzi catturati in carriera, 10° giocatore nella storia Nba. Inoltre, insieme a Kareem-Abdul Jabbar (una volta Lew Alcindor) e Karl Malone è l'unico giocatore nella storia della Lega a raggiungere quota 25mila punti, 14mila rimbalzi e 5mila assist. Fenomeno vero. Nella Grande Mela, Garnett non lascia il segno, e viene ceduto nel febbraio 2015 nuovamente ai Timberwolves, in cambio di Thaddeus Young, concludendo così 'a casa', appena qualche giorno fa, una carriera splendida, della quale ci gustiamo le sue migliori 50 giocate nel video qui sotto.