Archiviata la quattro giorni delle cronometro con il successo di ieri di Tony Martin, iMondiali di Ciclismo hanno aperto la seconda fase, quella dedicata alle corse in linea. È stato il ventenne norvegese Kristoffer Halvorsena conquistare il primo titolo in palio, quello degliunder 23. Sul piatto circuito di Doha il giovane norvegese ha battuto nello sprint finale il tedesco Pascal Ackermann e l’azzurro Jakub Mareczko, tutti corridori di squadre continental o professional. La corsa è stata monotona, con una lunga attesa dello sprint finale dove Germania e Norvegia si sono dimostrate le squadre più forti e organizzate.

Un Mondiale di noia

Da questiMondiali di ciclismonon ci si aspettava certo uno spettacolo elettrizzante, visto il percorso interamente pianeggiante all’interno di un circuito caratterizzato da una lunga sequenza di rotonde e svolte a 180 gradi. Più che ad un Mondiale o ad una classica in effetti la corsa ha assunto le sembianze di una tappa da sprint di un grande giro. Una fuga molto variegata, con qualche buon corridore in mezzo a rappresentanti quasi folkloristici, si è formata nelle fasi iniziali con dentroO'Loughin,Daniel,Uwizey,Rajabikaboodch,Gomez, Muller,Eenkhoorn,GebrezgabihiereBico.Il gruppo ha lasciato un po’ di spazio, poi le squadre più forti si sono alternate al comando per diminuire il distacco.

La situazione non è mai sfuggita di mano al plotone e la corsa così si è addormentata un giro dopo l’altro.

Italia, poca compattezza

La fuga ha perso per strada qualche elemento, finché nell’ultimo giro il gruppo è andato prevedibilmente a raggiungere gli ultimi superstiti. Norvegia e Germania hanno preso con decisione le redini del gruppo, mentre gli azzurri non sono riusciti ad organizzarsi con la dovuta compattezza per lanciare lo sprint di Jakub Mareczko.

Simone Consonni si è più volte sbracciato per richiamare l’attenzione dei compagni nei concitati ultimi km, ma Minali e Mareczko non sono riusciti a formare il classico trenino. Germania e Norvegia hanno lanciato davanti per lo sprint finale i rispettivi capitani, Ackermann e Halvorsen. Il norvegese ha preso la scia del tedesco ed ha sfruttato lo spazio lasciato aperto sulla sinistra per affiancarlo e passarlo nel finale.

Mareczko si è lanciato dalla terza posizione, ha rimontato contando sul suo classico guizzo finale da sprinter puro, ma non abbastanza da andare oltre la terza posizione. Un risultato che forse con un po’ di compattezza in più sarebbe potuto essere migliore. A conferma della grande forza di Germania e Norvegia va segnalato che quarto è arrivato il tedesco Bauhaus e quinto il norvegese Grondahl. Altra nota importante è il fatto che tutti i corridori arrivati nella top sono ragazzi che militano in squadre Professional, come il nostro Mareczko e Bauhaus, o Continental, come i primi due classificati