Iniziativa piuttosto bizzarra, ma a quanto pare efficace, quella nata dalla perspicacia della società "AP Thailand", operante nel settore immobiliare e nell'amministrazione demaniale: nei quartieri più poveri e vulnerabili di Bangkok, hanno trasformato spazi inutilizzati (o meglio, mal utilizzati) in campi da calcio a cielo aperto, sfruttando al massimo ogni centimetro. Ne son venuti fuori terreni da gioco sproporzionati, privi del benché minimo equilibrio, in sostanziale rottura con il tradizionale schema rettangolare dello sport più famoso e commerciale al mondo, seppur non il più popolare nel Paese del sud-est asiatico.

Traffico di droga e spazzatura lasciano il campo al pallone

Lo scorso settembre, cominciando dal distretto metropolitano di Khlong Toei, i progettisti dell'AP Thailand hanno dato il via all'operazione, senza risparmiare nessun angolo: le limitazioni geometriche esistenti tra palazzi e case del quartiere si sono trasformate in muse ispiratrici, originando campi dai prospetti più inaspettati.

Dove prima regnavano lo smercio di sostanze stupefacenti, la conseguente delinquenza, i cumuli di immondizia, ora si può assistere a interminabili sfide calcistiche alquanto originali.

I benefici sono stati immediati e gli sproporzionati terreni di gioco si stanno via via trasformando in punti di incontro e centri di interesse pubblico, soprattutto nei quartieri più densamente abitati.

L'altra faccia del calcio

Lo sport più popolare al mondo, sempre più nell'occhio del ciclone per il susseguirsi di scandali e la crescente perdita di valori (basti pensare all'ammontare degli ingaggi, alla diffusa corruzione, o ancora, alla quasi totale sparizione della lealtà, pilastro sul quale dovrebbero gettarsi le sue fondamenta), mostra il suo lato migliore, quello per cui merita ancora di essere insegnato ai bambini. Il calcio che unisce, che sa tenere a distanza i mali, amico e deterrente al tempo stesso. E poco importa se, tra una rete e l'altra, non si possa pronunciare il fatidico "palla al centro".