Impegno dedizione e sacrificio. Non c'è altro modo per ottenere risultati. Lo aveva già capito a 15 anni Bruno Fitipaldo quando, per migliorare la sua condizione fisica, chiese aiuto ad Andrés Barrios, il preparatore atletico più famoso dell'Uruguay. Un incontro che, qualche anno più tardi, gli avrebbe permesso di riscrivere la storia di Capo d'Orlando, quel piccolo comune della provincia di Messina che, parole sue, aveva dovuto cercare sulla cartina per scoprire dove si trovasse.

Un segno del destino nel rispetto delle proprie le origini: i suoi bisnonni, infatti, lasciarono l'Italia per iniziare una nuova vita a Montevideo, in Uruguay.

Il primo approccio con lo sport è arrivato attraverso il calcio, poi la conversione alla pallacanestro seguendo le orme del padre giocatore. Comincia nella squadra della sua città, ilClub Malvin, con la quale esordisce nella Lega Sudamericana e vince il primo titolo nazionale. Nel 2014 conquista il titolo Uruguaiano da mvp del torneo e l'anno successivo sbarca nel campionato argentino all'Obras Buenos Aires; ultimo step prima della chiamata di Capo d'Orlando.

L'evoluzione cestistica

Nella partita di Brescia ha chiuso con 33 punti, 3 rimbalzi, 10 assist, 9 falli subiti e 44 di valutazione. Dal punto di vista balistico è la seconda miglior prova di sempre per un giocatore dell'Orlandina, seconda ai 34 punti messia a segno da Drake Diener.

Prima di lui solo Keith Carter, Marque Perry e Alvin Young erano riusciti nella medesima impresa. Il 44 di valutazione, invece, è record assoluto davanti al 41 siglato da Gian Marco Pozzecco nel 2008. Senza dimenticare poi il primato di assist (14) stabilito nella partita del 30 ottobre scorso contro Cantù.

Un inizio di stagione fantastico per quel ragazzino che si allenava duramente, nell'esempio dettato da due idoli: Manu Ginobili e suo fratello maggiore Juan Andrés. Due persone che hanno influenzato la sua vita e gli hanno trasmesso l'etica del lavoro. Lo stesso lavoro che prima o poi da i suoi frutti, e ti obbliga a sognare.