È un futuro che guarda in realtà al passato quello a cui sta pensando Mauro Vegni, Direttore dell’area Ciclismo di RCS Sport, la società organizzatrice del Giro d’Italia. Vegni vorrebbe riportare il Giro alle sue date antiche, quelle occupate fino a metà degli anni novanta, spostando quindi la partenza di almeno una settimana più avanti. La novità potrebbe concretizzarsi già nella prossima edizione e Vegni ha annunciato di pensare ad altre iniziative in accordo con il Tour de France per rendere più spettacolari i grandi giri.
Giro d’Italia, obiettivo finire a giugno
Fino alla metà degli anni novanta il Giro d’Italia scattava quando maggio aveva già consumato ben oltre della metà dei suoi giorni, andando poi a concludersi in giugno. La rivoluzione portata al calendario del ciclismo mondiale in quel periodo, con lo spostamento della Vuelta Espana dalla primavera alla fine dell’estate, ha comportato un cambio anche per il Giro d’Italia, che è stato così anticipato di un paio di settimane. La nuova data ha aumentato i problemi per le tappe di alta montagna, che sempre più spesso sono state accorciate, modificate o addirittura cancellate, a causa delle condizioni meteo avverse, con freddo e neve. L’obiettivo di Vegni è quello di riportare il Giro d’Italia più avanti nel calendario di una o due settimane per concludere la corsa a giugno e diminuire così le possibilità di trovare giornate di neve e freddo intenso in quota.
Le date e le altre novità
Vegni farà una richiesta all’Uci per modificare la data di svolgimento del Giro d’Italia. “Tutta l’ultima settimana è problematica per i cambiamenti climatici che ci sono stati negli ultimi anni, non solo lo Stelvio” ha dichiarato il Direttore a Cycling Podcast “Per questo motivo chiederò all’Uci di spostare il Giro di almeno una settimana”.
Vegni ha annunciato anche che potrebbero esserci delle misure per rendere le corse più spettacolari. Come è emerso in un confronto avuto di recente con il collega del Tour de France Christian Prudhomme, l’uso dei misuratori di potenza può rappresentare un bersaglio da colpire perché rende le corse più piatte e monotone, facendo perdere quell’istinto che è essenza del ciclismo.
Quanto alle trasmissioni tv, contrariamente al Tour de France, che da questa edizione proporrà la diretta integrale di tutte le tappe, invece Vegni ritiene che l’impostazione del Giro d’Italia con le sole tappe di montagna mostrate dall’inizio alla fine sia più che sufficiente.