Il Ciclismo italiano ha appena riabbracciato Gianni Moscon, tornato a correre dopo le polemiche e la sospensione seguita ad un discusso episodio avvenuto al Giro di Romandia di fine aprile. Il corridore trentino fu accusato di aver rivolto al francese Kevin Reza un insulto razzista durante le fasi finali di una tappa. Il Team Sky decise per la linea dura, sospendendo Moscon per sei settimane e minacciando il licenziamento in caso di nuovi casi del genere. Ora il giovane trentino è finalmente tornato a correre alla Route du Sud e ha voluto raccontare qualcosa in più su quanto successo con Reza.

Moscon: ‘Coscienza pulita’

Gianni Moscon è una delle grandi speranze del ciclismo italiano e in questa primavera ha confermato tutto quello di buono che si è sempre detto sul suo conto fin dalle categorie giovanili. Dopo l’esaltante Parigi Roubaix conclusa al quinto posto e altre grandi prestazione nel resto delle classiche, la sua prima parte di stagione si è conclusa in modo brusco.

Durante una tappa del Giro di Romandia, mentre i treni delle squadre si confrontavano per preparare la volata, Gianni Moscon rivolse un insulto razzista a Kevin Reza, il corridore francese di colore della FDJ. L’episodio è costato caro a Moscon, punito dal Team Sky con una severa ramanzina, con l’obbligo di frequentare un corso di consapevolezza della diversità e una sospensione di sei settimane: “Gianni sa che non ci sono scuse per il suo comportamento e che ogni ripetizione comporterà l’annullamento del suo contratto” spiegò la squadra britannica nel comunicato in cui annunciava la sanzione.

Ora Moscon, al termine delle sei settimane, è tornato a correre alla Route du Sud ed ha voluto togliersi qualche sassolino dalle scarpe dopo aver covato in silenzio in questo periodo: “Ho la coscienza pulita, ho accettato la punizione, ma non ho ucciso nessuno e le accuse non sono completamente fondate” ha spiegato Moscon alla Gazzetta dello Sport.

Il ritorno al ciclismo

Gianni Moscon ha passato queste sei lunghe settimane ad allenarsi sulle strade di casa, in Trentino: “Sono rimasto a casa a Livo con la mia famiglia” ha raccontato il corridore della Sky, che ha incontrato la comprensione di colleghi e tifosi per l’episodio che gli è costato questa sospensione. “Ho sempre auto il supporto degli altri corridori, sapevano che era stata una cosa ridicola, e sulle strade della Route du Sud molti tifosi mi applaudivano.

Non penso di aver bisogno di ricostruire la mia immagine” ha concluso Moscon. Il giovane trentino continuerà ora la sua stagione al Campionato nazionale per preparare il debutto in un grande giro, programmato alla Vuelta Espana.