Buone notizie per il Comitato olimpico russo, il Tribunale arbitrale dello sport ha infatti accolto 28 dei 39 ricorsi presentati da atleti squalificati per Doping da tutte le edizioni delle Olimpiadi. La squalifica era stata stabilita dal Cio sulla base dei contenuti del cosiddetto rapporto McLaren, che evidenziava soprattutto i casi emersi in occasione dei Giochi di Sochi 2014.

Ricorso accolto per insufficienza di prove

Il Tas ha motivato l’accoglimento dei ricorsi per insufficienza di prove: quanto rilevato a carico dei 28 atleti “graziati” non permette di stabilire una “violazione del regolamento antidoping”.

Saranno restituite le medaglie eventualmente vinte a Sochi 2014 e saranno ammessi, se qualificati, ai giochi di Pyeongchang che inizieranno il prossimo 9 febbraio. Per gli altri 11 atleti, il Tas ha deliberato una riduzione della squalifica ma ha mantenuto il veto per le Olimpiadi coreane. Al termine dei Giochi saranno esaminati i ricorsi presentati da altri tre atleti.

Atleti russi ai Giochi coreani sotto bandiera neutrale

Anche dopo l’assoluzione, i 28 atleti russi – sempre se saranno ammessi - non potranno gareggiare a Pyeongchang con i propri colori nazionali: la decisione del Cio, che lo scorso dicembre ha sospeso il Comitato olimpico russo, rimane in vigore. La delegazione russa per ora è composta da 169 atleti ma per loro niente bandiera alla sfilata, saranno identificati dalla dicitura “Olympic Athlete from Russia”, non avranno uniforme, inno, stemmi della loro patria.

Per i neo-graziati l’ammissione alle Olimpiadi coreane non è automatica, anzi un via libera dal Cio in soli otto giorni è alquanto difficile. Nonostante questo, il Cremlino si è dichiarato soddisfatto.

“Felici per il ricorso, potremo sostenere gli altri atleti”

La decisione del Tas è stata accolta positivamente dal Cremlino, il portavoce Dmitry Peskov ha dichiarato che la revoca delle squalifiche permetterà di “proseguire nel sostegno agli altri atleti in tribunale”.

Anche il ministro dello Sport, Pavel Kolobkov, ha parlato di “trionfo della giustizia”, perché la decisione dimostrerebbe che la maggior parte degli atleti sotto accusa “era ed è pulita”. Il ministro si è augurato che tutti i 28 atleti riabilitati possano prendere parte a Pyeongchang 2018.

Tra le squalifiche revocate vi sono quelle del fondista Alexander Legkov (oro a Sochi nella 50 km e argento nella staffetta) Alexander Tretiakov, oro a giochi di quattro anni fa nello skeleton: entrambi riavranno le loro medaglie, ma ora devono sperare nell’ammissione ai giochi coreani.