A otto mesi dal giorno del controllo non è ancora in vista la soluzione del caso Froome. Come tutto ben sanno il campione del Team Sky è risultato positivo durante la scorsa Vuelta Espana, quando fu trovato con un valore di salbutamolo doppio rispetto al consentito. Froome sta correndo regolarmente la sua stagione in attesa di un verdetto che nessuno sa bene quando potrà arrivare. Dai giornali britannici è però arrivata una novità molto interessante che potrebbe aiutare il suo team difensivo ad ottenere una piena assoluzione.

Froome, le tappe del caso

Il caso Froome agita il mondo del Ciclismo da ormai troppo tempo. Il controllo incriminato risale al 7 settembre dello scorso anno, al termine della 18° tappa della Vuelta Espana, poi vinta dal campione della Sky. Quel giorno a Froome fu rilevato un valore di salbutamolo doppio rispetto al limite consentito di 1000 ng/ml. Il risultato avverso fu poi comunicato al corridore a alla squadra durante i Mondiali di fine settembre, e solo a metà dicembre la notizia diventò di pubblico dominio dopo le rivelazioni di alcuni giornali.

Froome e la Sky si sono affidati ad una potente schiera di avvocati e scienziati per poter dimostrare la buona fede nell’uso del salbutamolo, un prodotto usato per curare l’asma e lecito entro certi limiti.

In virtù della particolarità del farmaco, Froome ha potuto correre in attesa della sentenza, come consentito dal regolamento e nonostante le rimostranze di diverse parti del mondo del ciclismo che avrebbero voluto un’autosospensione del corridore.

Ora, otto mesi dopo quel controllo, la difesa di Froome ha in mano un nuovo documento che potrebbe essere molto importante per arrivare all’assoluzione.

Controlli non affidabili?

Il British Journal of Clinical Pharmacology ha pubblicato nei giorni scorsi un documento che è stato poi rilanciato ed amplificato dal Times. Questo documento ha messo in dubbio l’affidabilità dei controlli e delle soglie di salbutamolo dopo uno studio condotto dai ricercatori del Centro per la ricerca sui farmaci di Leida, nei Paesi Bassi.

Lo studio ha usato delle simulazioni per verificare la concentrazione di salbutamolo dopo un’assunzione per via orale e per via inalatoria con un dosaggio di 800 mcg, il massimo consentito dal regolamento della WADA, l’Agenzia antidoping mondiale. I risultati sono stati che il 15.4% delle simulazioni ha portato ad un livello di salbutamolo nelle urine oltre i 1000 ng/ml che rappresentano il limite stabilito dalla stessa WADA. Il rapporto è arrivato dunque alla conclusione che “la soglia attuale porta inavvertitamente ad errate ipotesi di violazioni, mentre molte violazioni possono passare inosservate”, affermando che il test andrebbe riconsiderato.

Il Times ha riferito che probabilmente il team difensivo di Froome utilizzerà i risultati di questo studio e che potrebbe trattarsi di un punto a favore importante per arrivare alla piena assoluzione.