Il male oscuro che sembrava attanagliare Fabio Aru da troppo tempo ha finalmente un nome. Dopo una lunga e meticolosa serie di accertamenti, allo scalatore della UAE Emirates è stato diagnosticato un restringimento all’arteria iliaca della gamba sinistra: per tale motivo dovrà sottoporsi a un’operazione. Aru dovrà stare lontano dalle corse per molti mesi, ma dopo la grande sofferenza che ha vissuto dalla scorsa stagione, Fabio ha accolto come una liberazione la scoperta della causa del suo rendimento così scarso.

Aru: ‘Ero devastato’

Il fallimentare 2018 di Fabio Aru sembrava non trovare sbocchi positivi neanche in questo scorcio iniziale della stagione, segnato da qualche risultato modesto e da un ritiro alla Parigi-Nizza dopo essere arrivato tra gli ultimi nelle due tappe disputate.

Il corridore della UAE Emirates ha allora proseguito una lunga serie di accertamenti medici, iniziati già nella scorsa stagione dopo il flop al Giro d’Italia. Aru è stato visitato a Prato, dove è stato sottoposto ad una angio tac che ha rilevato il problema all’arteria iliaca della gamba sinistra.

Per il corridore è stato il primo passo che potrebbe portarlo fuori dal tunnel in cui ha vissuto in questo ultimi mesi. “Ci sono stati dei giorni in cui in bici ero morto”, ha rivelato Aru. “Devastato. Terribile, e ancora più terribile non capirne il motivo”, ha continuato il vincitore della Vuelta 2015 dicendosi convinto di poter tornare quello di un tempo, ovviamente dopo l’operazione a cui si sottoporrà nei prossimi giorni e al lungo periodo di riposo successivo.

“Mi spiace fermarmi, ma provo un senso di sollievo”, ha aggiunto Aru.

Riposo assoluto

Il problema che è stato diagnosticato ad Aru non è inedito nel mondo del Ciclismo, ma è già capitato anche all’americano Joe Dombrowski e alle iridate Pauline Ferrand Prevot e Annemiek Van Vleuten. Una volta effettuato l’intervento di angioplastica che risolverà la situazione, Aru dovrà stare a riposo assoluto per circa un mese prima di riprendere in modo graduale gli allenamenti.

Il rientro in gruppo potrebbe avvenire tra circa tre o quattro mesi. Dunque niente Giro d’Italia e niente Tour de France per lui, ma la possibilità di cominciare a risalire la china e mettersi alle spalle questo brutto periodo nel finale di stagione.

“Andavo a 250 watt in salita e mi chiedevo cosa succedeva. Caspita, parliamo di un livello amatoriale o anche peggio. Vorrei tornare in gruppo prima di fine anno, mentalmente la ripresa è già cominciata, non vedo l’ora di rientrare”, ha raccontato un rinfrancato Fabio Aru.