Primoz Roglic ha concluso la Vuelta Espana da padrone assoluto. Il corridore sloveno ha conquistato il suo primo grande giro, sigillando una stagione da incorniciare che lo ha visto tra i protagonisti anche nelle prime competizioni dell'anno e al Giro d'Italia.

Tra la corsa rosa - conclusa al terzo posto - e la vittoriosa Vuelta, il capitano della Jumbo-Visma ha fatto un ulteriore salto di qualità, dimostrandosi più continuo soprattutto nella seconda parte della gara. Quest'impressione è stata confermata dai dati della potenza espressa dall'atleta, pubblicati di recente dal team olandese.

Roglic, al Giro un netto calo nel finale

La Jumbo-Visma ha rivelato i numeri delle prestazioni di Primoz Roglic al giornale olandese AD. In particolare, sono stati analizzati i punti chiave del Giro d'Italia e della Vuelta Espana, le salite più impegnative. Il corridore sloveno ha iniziato la corsa rosa in grande spolvero, fornendo una prestazione super nella cronometro di San Marino, al termine della prima settimana di corsa. Nella salita finale verso il traguardo, il fuoriclasse 29enne ha espresso un wattaggio medio di 386, con una proporzione di 5,95 watt per chilo.

I numeri di Roglic sono però calati nettamente già al termine della seconda settimana, complice anche qualche problema di stomaco: sulla salita del San Carlo - quella dell'attacco decisivo di Carapaz - lo sloveno non è andato oltre i 5,65 watt per chilo, una prestazione che poi lo ha portato a perdere la maglia rosa in quella giornata, complice anche qualche incomprensione tattica nel finale di corsa.

I numeri del Mortirolo, invece, si possono leggere come un valore più assoluto, perché in quella scalata non ci furono rallentamenti e situazioni strategiche particolari. Roglic rimase staccato da Carapaz e Nibali, riuscendo a salire con una media di 5,61 watt per chilo, una difficoltà ben evidenziata anche all'ultimo giorno del Giro sul suo terreno preferito, la cronometro.

Una Vuelta più costante

La chiave del successo alla Vuelta Espana di Roglic è stata la maggior solidità. Il ciclista sloveno ha avuto diversi contrattempi - ben tre cadute e una difficile tappa con il vento in cui è rimasto isolato - ma le sue prestazioni non ne hanno mai risentito. Più che sul piano tattico e della lettura della competizione, la differenza rispetto al Giro d'Italia è stata fatta soprattutto dalle gambe che Roglic ha dimostrato di avere nella seconda e terza settimana.

Il motivo di questo miglioramento potrebbe essere spiegato con i problemi fisici accusati alla manifestazione sportiva italiana, ma anche con il programma più pesante in cui si era impegnato prima della corsa rosa.

Alla Vuelta il campione sloveno ha iniziato alla grande, scalando l'esplosiva salita di Mas de la Costa con una brillante media di 6,52 watt per chilo, un dato molto alto anche in virtù di uno sforzo durato solo 15 minuti. Alla fine della seconda settimana, Roglic è stato in grado di fornire prestazioni sugli stessi livelli, senza il calo accusato al Giro.

Sulle asperità di Los Machucos e Santuario del Acebo il leader della Jumbo-Visma ha pedalato ad una media di 6,30 watt per chilo.

Nell'ultima tappa di montagna a Plataforma de Gredos, il dato generale è stato sminuito dal controllo tattico operato soprattutto dalla Movistar, con Roglic ormai tranquillo e sicuro della vittoria finale.

Quando Valverde ha deciso di aprire il gas nella parte finale della salita, lo sloveno è stato ancora una volta in grado di reagire, pedalando a 6,11 watt per chilo, un dato di tutto rispetto al termine di una corsa di tre settimane.