Il caso Liegi 2010 è arrivato alla soluzione finale. La prestigiosa corsa belga, la più antica delle classiche monumento del ciclismo professionistico, si risolse con una fuga a due del kazako Alexandre Vinokourov e del russo Alexandr Kolobnev. Nelle ultime centinaia di metri Vinokourov si tolse di ruota l’avversario con apparente facilità andando a vincere la Liegi Bastogne Liegi per la seconda volta in carriera. Quel finale di corsa è stato però oggetto di una lunga inchiesta finendo in tribunale per il sospetto di un accordo proibito tra i due corridori per combinare il risultato.
Vinokourov, un doppio pagamento a Kolobnev
Fu la scoperta di alcune e-mail e di due bonifici bancari a far scoppiare il caso Liegi 2010. Un giornale svizzero pubblicò i messaggi scambiati tra Vinokourov e Kolobnev via e-mail nei giorni successivi alla corsa. “Ecco il mio numero di conto” si leggeva in una e-mail del russo, mentre il kazako rispondeva “non preoccuparti per l’accordo, aspetta un po’ così posso farlo”.
La vicenda fu così ricostruita: negli ultimi chilometri della corsa Vinokourov avrebbe offerto una consistente somma di denaro all'avversario perché lo lasciasse vincere indisturbato e questi avrebbe accettato. A riprova di questa teoria furono portate le tracce di due bonifici bancari, uno da 100.000 euro effettuato il 12 luglio e un altro da 50.000 euro del 28 dicembre del 2010, entrambi inoltrati dal corridore della Astana a beneficio di Kolobnev.
Il caso finì al tribunale di Liegi, con una richiesta da parte del procuratore di una pena di sei mesi di reclusione oltre ad una multa di 150.000 euro a carico di entrambi gli atleti.
Mail violate, soldi per investimenti e prestiti
Nove anni e mezzo dopo il giorno della corsa incriminata il caso è arrivato oggi all'epilogo. Il giudice di Liegi ha emesso la sentenza di assoluzione dalle accuse per mancanza di prove nei confronti dei due corridori.
Guillaume Reynders, uno degli avvocati che ha assistito gli ex campioni ha spiegato che l’indirizzo di posta elettronica di Vinokourov, da cui erano partiti i messaggi usati come prova, era stato hackerato. “Lui aveva già presentato a suo tempo una denuncia per pirateria a Nizza. L’indirizzo e-mail era stato chiaramente manomesso” ha dichiarato il legale.
Responsabile di questo atto sarebbe stato l’ex direttore commerciale della Astana, Aidar Makhmetov, che è stato denunciato per frode informatica. Makhmetov avrebbe falsificato le e-mail di Vinokourov per cercare di vincere una lotta di potere interna al team kazako.
Reynders non ha potuto negare l’evidenza dei due bonifici effettuati da Vinokourov nei confronti di Kolobnev, ma ha spiegato che non c'entravano nulla con la corsa: “Quei depositi sono stati fatti. I documenti mostrano che Vinokourov è socio al 25% nei progetti edili che Kolobnev ha avviato” ha dichiarato il legale spiegando che quel bonifico di 100.000 euro era il pagamento della quota azionaria comprata dal corridore della Astana, mentre i 50.000 depositati più tardi “erano il rimborso di un prestito, niente di più, niente di meno” ha concluso Reynders.