Egan Bernal ha fatto molto parlare di sé negli ultimi giorni per le sue dichiarazioni a proposito di doping e antidoping, alcune vere ed altre solo presunte. Il vincitore del Tour ha rimarcato la situazione che si sta vivendo in Colombia, un Paese che non è ancora all’avanguardia nella lotta ai farmaci e ai metodi proibiti nello sport, ma ha voluto rettificare quanto era stato riportato in un’intervista rilasciata a Le Monde. La sua posizione ha creato comunque un certo scalpore, anche perché il campione del Team Ineos è stato il primo colombiano a vincere il Tour generando nei mesi scorsi un’onda di entusiasmo eccezionale tra i suoi connazionali.

Bernal, le dichiarazioni a Le Monde

Il ciclismo colombiano sta vivendo un periodo di forti contrasti, diviso tra i grandi successi ottenuti nell’ultimo decennio da campioni come Egan Bernal, Nairo Quintana, Esteban Chaves e tanti altri, e la prima posizione nella classifica delle nazioni con più atleti positivi ai test antidoping. Tra gli altri casi si ricordano la squalifica di Jarlinson Pantano, già vincitore di una tappa del Tour de France, e la chiusura della squadra Manzana Postobon dopo le positività che hanno riguardato Wilmar Paredes e Juan Josè Amador. Attualmente sono ben venti i corridori colombiani squalificati o temporaneamente sospesi per doping, un numero superiore a tutte le altre nazioni.

In un’intervista rilasciata un paio di settimane P al giornale francese Le Monde, il campione che ha portato la Colombia a vincere per la prima volta il Tour de France, Egan Bernal, aveva rilasciato delle dichiarazioni che erano sembrate molto critiche sull’operato della sua Federazione in tema di lotta al doping. Al corridore della Ineos era stato chiesto quanti controlli antidoping avesse subito durante la sua permanenza in bassa stagione in Colombia. “Non sarei in grado di dire se fosse uno o cento, ma deve essere più vicino a uno” avrebbe dichiarato Bernal. Questa risposta che ha trovato grande eco sui giornali colombiani è stata attribuita ad una traduzione errata della seconda parte della frase.

“Non ho quella cifra nella mia testa” ha invece risposto il vincitore del Tour de France.

‘Non abbiamo il budget di altri Paesi’

Egan Bernal ha chiarito i suoi concetti sulla lotta al doping in Colombia in una nuova intervista a Cyclingnews. Lo scalatore della Ineos ha voluto rettificare quanto riportato da molti media dopo le dichiarazioni a Le Monde, ma non ha nascosto che in Colombia c‘è ancora molto lavoro da fare.

“Sembrava che stessi criticando la federazione ma non è così, stanno facendo un buon lavoro” ha dichiarato Bernal. “Per noi è difficile, la nostra immagine come colombiani è influenzata da quello che è accaduto. Sta migliorando. Ci sono ancora dei casi di doping, ma non solo in Colombia, anche in altri Paesi.

Se stanno emergendo dei casi è perché si stanno eseguendo dei test. Cosa deve fare di più la federazione? Deve continuare i test e i corridori devono essere più consapevoli” ha aggiunto Bernal, che ha poi motivato questo ritardo del suo Paese con i soldi a disposizione. “Non siamo un Paese del terzo mondo, ma non abbiamo i budget di Paesi come la Francia, la Spagna o l’Italia” ha chiosato Bernal.