Dalla sua fattoria in Bretagna, dove vive da molti anni immerso nella natura, Bernard Hinault ha lanciato una risposta chiara a chi vuole riprendere ad ogni costo l’attività del Ciclismo professionistico sfidando l’emergenza coronavirus. Se durante la Parigi-Nizza il direttore del Tour de France Christian Prudhomme aveva minimizzato la situazione dicendosi convinto di portare avanti la Grande Boucle, l’ex campione ha invece parlato apertamente di una corsa da cancellare se esistessero dei pericoli anche minimi. Hinault, che ha lavorato a lungo nell’organizzazione del Tour, ritiene che debba essere presa una decisione con largo anticipo ed ha invitato i corridori ad adattarsi senza troppi problemi a questo periodo così complicato.

Prudhomme: ‘Solo la guerra ha fermato il Tour’

Già durante la scorsa settimana con la Parigi-Nizza si è avuta una dimostrazione di quanto la ASO, la Società che organizza molte delle corse di ciclismo più importanti tra cui il Tour de France, voglia spingersi al limite delle regole e del buon senso per portare avanti i propri programmi. Mentre tutto lo sport si stava fermando per la pandemia di coronavirus, la corsa francese è andata avanti tra le perplessità e le proteste, cancellando solo l’ultima tappa. Durante la corsa il Direttore di ASO Christian Prudhomme ha parlato anche del Tour con delle dichiarazioni che sono sembrate minimizzare la difficile situazione che si sta vivendo in molti paesi, Francia compresa.

“Solo due guerre mondiali hanno fermato il Tour de France” ha affermato Prudhomme allontanando l’ipotesi di un annullamento della corsa.

Bernard Hinault: ‘La vita è più importante del Tour’

In un’intervista concessa al giornale Le Parisien l’ex campione Bernard Hinault ha dato una visione completamente opposta, in linea con la sua natura un po’ ruvida ma molto umana, immersa in una saggezza contadina in cui il business non può prendere il posto della vita.

“Lo sport è favoloso, il Tour de France è una festa fantastica, ma la vita è più importante. Stiamo parlando del rischio di morire. Francamente non ci importa del ciclismo in un caso come questo. Un amante del Tour vuole soprattutto vedere persone in buona salute, se la corsa deve essere annullata non dobbiamo esitare” ha dichiarato l’ex Campione del Mondo.

‘Il Tour è una macchina enorme’

Bernard Hinault ha respinto con la sua proverbiale energia l’ipotesi che la corsa debba svolgersi in ogni caso, in virtù di interessi troppo forti. “Francamente non possiamo permetterci di dire che dobbiamo mantenere il Tour ad ogni costo. Non spetta a me decidere e c’è ancora del tempo, ma dobbiamo chiederci se è ragionevole permettere alle persone di percorrere le strade se ci sono ancora dei rischi. Al Tour ci sono decine di migliaia di spettatori ogni giorno” ha dichiarato il cinque volte vincitore della corsa, che ben conosce la complessità della macchina organizzativa avendone fatto parte per molti anni dopo il suo ritiro dall’attività agonistica.

“Una decisione deve essere presa al massimo per l’inizio di giugno.

Il Tour è una macchina enorme, sono necessari la polizia, gli hotel. Francamente non si dovrebbe esitare” ha continuato Hinault, che sta passando questi giorni di isolamento nella sua fattoria in modo non tanto diverso rispetto ai ritmi tranquilli della sua vita da uomo di campagna. “Taglio la legna senza che nessuno mi disturbi ed è molto bello” ha raccontato l’ex campione invitando anche i corridori a non lamentarsi dell’impossibilità di allenarsi liberamente all’aperto e ad usare i rulli che oggi offrono molte più possibilità rispetto ai suoi tempi. “Prima pedalavamo come degli idioti ascoltando la musica, ora c’è la tecnologia che ti dice la tua potenza e ti dà persino le immagini del passo che stai scalando” ha dichiarato Bernard Hinault.