In questa seconda fase di stagione a ritmi forsennati, il grande Ciclismo ha fatto tappa oggi su una delle salite più iconiche della sua storia, il Mont Ventoux. La montagna provenzale ha ospitato l’arrivo di una corsa in linea proposta per il secondo anno da ASO, la società del Tour de France, denominata Mont Ventoux Denivelé Challenge e ovviamente riservata ai grandi scalatori. La Astana ha comandato le operazioni per gran parte della corsa, favorendo così l’attacco decisivo di Aleksandr Vlasov, il giovane russo che è tra i potenziali campioni da grandi giri della nuova generazione.

Hanno un po’ deluso due dei campioni più attesi, i colombiani Quintana e Lopez, mentre ha concluso con un buon quinto posto Fabio Aru.

Mont Ventoux, fuga di otto corridori

La corsa francese con arrivo in cima al leggendario Mont Ventoux è partita con una fuga di otto corridori: Lewis Askey (Groupama – FDJ), Jose Gonçalves (Nippo Delko One Provence), Garikoitz Bravo (Euskaltel – Euskadi), Marlon Gaillard (Total Direct Energie), Robert Scott (Canyon dhb p/b Soreen), Alessandro Monaco (Bardiani CSF Faizané), Carmelo Urbano (Caja Rural – RGA) e Juan Felipe Osorio (Burgos – BH).

I fuggitivi hanno raggiunto un vantaggio di circa cinque minuti, poi il gruppo ha cominciato a rimontare, spinto da Astana, Arkea e Trek.

Sulla prima scalata del Ventoux, con lo scollinamento all’altezza di Chalet Reynard, prima dell’ingresso nella pietraia, Bravo è rimasto da solo al comando, ma con il gruppo ormai a meno di un minuto di distanza. Il corridore spagnolo è stato raggiunto prima dell’imbocco dell’ascesa conclusiva, quella completa fino alla vetta del Mont Ventoux, con la Astana a dettare il ritmo in gruppo.

La Astana lancia Vlasov

La corsa si è animata con alcuni scatti di seconde linee nei primi chilometri della scalata decisiva al Mont Ventoux, finchè Pierre Latour (AG2R La Mondiale) ha proposto il primo attacco davvero significativo ad una decina di chilometri dall’arrivo. La Astana ha guidato a lungo il gruppo, ma il suo uomo di maggior spicco, Miguel Angel Lopez, si è staccato già verso metà salita, lasciando la leadership del team in mano al giovane russo Alexsandr Vlasov, apparso in grandi condizioni di forma in questo scorcio di stagione.

Latour è stato sostituito al comando da un più efficace Guillaume Martin (Cofidis), ma è stato subito dopo il passaggio da Chalet Reynard e l’ingresso nella mitica pietraia del Monte Calvo che la corsa si è infiammata definitivamente. Alexsandr Vlasov ha accelerato riuscendo a staccare la decina di corridori che ancora componevano il gruppo all’inseguimento di Martin. La reazione di Richie Porte (Trek Segafredo) e Nairo Quintana (Arkea Samsic) è stata un po’ tardiva, e il colombiano ha poi dimostrato di non avere quella condizione di forma scintillante dell’avvio di stagione, probabilmente anche a causa della caduta rimediata in allenamento un mese fa.

Vlasov è andato a raggiungere Martin e con qualche bella accelerazione è riuscito a togliersi di ruota il francese, senza neanche alzarsi sui pedali.

Richie Porte è salito molto bene, superando anche lui Martin, ma si è assestato sullo stesso ritmo del battistrada pagando quel ritardo accumulato sullo scatto iniziale del russo.

Vlasov è così andato a vincere in vetta al Mont Ventoux, davanti a Richie Porte, a 18’’, e Martin, terzo a 59’’. Latour ha difeso strenuamente il quarto posto davanti a Fabio Aru, protagonista di una buona corsa, in crescendo nella parte finale della scalata. Quintana ha chiuso solo ottavo e Lopez appena dodicesimo.