Grandi sorprese (e qualche polemica) all'interno del mondo sportivo italiano dopo la distribuzione dei fondi pubblici da parte di Sport e Salute. Tra lo stupore generale, infatti, i fondi destinati al Ciclismo sono stati tagliati nonostante lo sport sia stato tra i più prolifici in termini di vittorie e medaglie nel corso dell'anno che si sta per concludere. In totale, nel corso dei 12 mesi, il ciclismo ha ottenuto 97 medaglie, contribuendo anche al raggiungimento del record di medaglie azzurre alle Olimpiadi di Tokyo.

Diverse federazioni hanno ottenuto un aumento dei fondi nonostante non siano olimpioniche

I fondi destinati allo sport italiano nel corso del 2022 saranno 288 milioni: 8 in più rispetto a quelli che erano stati previsti nello scorso anno. Notizia, questa, che ha messo sicuramente d'accordo tutti. Ciò che però ha creato dei malumori è stato il modo con il quale tali fondi sono stati distribuiti tra le 44 federazioni.

Alcune di queste, infatti, hanno avuto un aumento dei finanziamenti nonostante non siano olimpioniche, considerabili dunque alla stregue degli amatori, senza un vero e proprio sbocco agonistico internazionale.

Altre discipline, come per l'appunto il ciclismo o il nuoto, hanno avuto un calo dei fondi nonostante abbiano ottenuto risultati significativi.

Il presidente della Federnuoto, Barelli, ha usato termini forti, sottolineando come il paese (inteso, evidenteemente, come istituzioni) non merita i campioni del nuoto presenti in questa generazione. Diverso nei toni Dagnoni, presidente della Federciclismo, che ha comunque espresso perplessità e malcontento per la decisione e annunciando un incontro previsto nei prossimi giorni con Sport e Salute.

Il meccanismo di ripartizione dei fondi

Ma come si è arrivati alla distribuzione dei fondi? Sport e Salute, per fare questo, si basa su un algoritmo che parte dal valutare la capacità di allargare la base dei praticanti della propria disciplina rimanendo all'interno del budget a disposizione.

Se tale criterio è, però, sulla carta giusto, i risultati appaiono non del tutto comprensibili. Nella valutazione finale pesa per il 30% l'incidenza della pratica sportiva, mentre i risultati ottenuti hanno un peso totale del 60%. Il restante 10% della valutazione dipende dall'efficientamento delle risorse. Tali numeri, però, non sempre riescono a riflettere al meglio la situazione reale di uno sport. E così si ha una distribuzione che lascia un po' straniti e per cui, giusto per fare un esempio, una federazione come quella della scherma (che è stata la vera grande delusione per lo sport azzurro nel corso delle ultime Olimpiadi) ha ottenuto un aumento dei fondi.