Tre giorni dopo la splendida corsa dei Mondiali di Ciclismo di Zurigo in cui ha conquistato la medaglia di bronzo, il corridore Mathieu Van der Poel è finito nell'occhio del ciclone per una manovra molto discussa e al limite del regolamento. A circa sessanta chilometri dall'arrivo, il campione olandese è saltato dalla sede stradale al marciapiede per superare Remco Evenepoel e scattare all'inseguimento dei corridori che stavano cercando di uscire dal gruppo. Le regole del ciclismo vietano di sfruttare marciapiedi e piste ciclabili per pedalare, ad eccezione di quei casi in cui un corridore compie questo tipo di spostamento per evitare una caduta.

Il primo a mettere in evidenza l'episodio è stato Robbie McEwen, commentatore di Eurosport. Durante la diretta, l'ex campione australiano ha dichiarato che questa manovra è vietata nel ciclismo. Ora è stata la Federciclismo della Lettonia a muoversi con decisione sul caso e a chiedere provvedimenti in una lettera inviata all'Uci.

'Per la giuria la squalifica non sarebbe stata un bene'

La Lettonia ha chiuso la corsa dei Mondiali di ciclismo al quarto posto con Tom Skujins ed avrebbe beneficiato di un'eventuale squalifica di Van der Poel portando il proprio corridore sul terzo gradino del podio. Nella lettera, i lettoni hanno ricordato che il regolamento è molto chiaro. "Secondo le regole dell'UCI, un corridore che salta sul marciapiede e mette in pericolo il pubblico o altri corridori deve essere immediatamente squalificato" si legge nella lettera firmata da Sandis Akis, presidente della Federciclismo.

"Van der Poel ha messo in pericolo le persone con la sua manovra. Era già successo con Luke Rowe e Marlen Reusser, che erano stati entrambi squalificati. Van der Poel non ha ricevuto nemmeno una multa domenica, anche se con il suo gesto non ha cercato di evitare una caduta" ha scritto Akis per mettere in evidenza il trattamento di favore che avrebbe ricevuto Van der Poel.

La Federciclismo della Lettonia ha spiegato di aver cercato un chiarimento con i commissari di gara, che hanno visto la manovra ma hanno ritenuto di non dover intervenire, lasciando l'impressione di non voler estromettere uno dei principali protagonisti della corsa. "Abbiamo discusso la situazione con i commissari dell’UCI.

Uno di loro ha dichiarato di aver visto la situazione, ma che non era abbastanza pericolosa da essere punita. La nostra risposta è stata che le regole dovrebbero valere per tutti, ma il commissario ha detto che la squalifica non sarebbe stata un bene per lo sport. Hanno deciso di interpretare le regole a modo loro” ha accusato Akis, chiedendo all'Uci di agire attenendosi alle regole che essa stessa ha scritto.

"Sembra che alcuni corridori siano più uguali di altri, soprattutto quando si tratta di decisioni impopolari. Essendo una federazione relativamente piccola, siamo molto preoccupati per questa decisione. E se Van der Poel avesse colpito uno spettatore? Sarebbe stato utile per il ciclismo?

Chiediamo all’UCI di applicare le sue regole in modo coerente per garantire la sicurezza e l’integrità del ciclismo. Ci aspettiamo una spiegazione da parte dell'UCI su questa decisione, per evitare situazioni simili. Se lasciamo perdere, ci sarà più spazio per i corridori per correre più rischi e nessuno lo vuole" ha aggiunto Akis.

Zonneveld: 'Hanno ragione i lettoni'

Sul "caso" Van der Poel si è espresso anche Thijs Zonneveld, giornalista di punta del ciclismo in Olanda. Zonneveld si è schierato dalla parte dei lettoni e contro il suo connazionale.

"La federazione lettone ha assolutamente ragione. La regola è abbastanza chiara e Van der Poel doveva esser punito, almeno con una multa" ha dichiarato Zonneveld.

Vedremo se queste richieste e prese di posizione porteranno a qualche provvedimento da parte dell'Uci. Al momento tutto tace.