La Parigi Nizza, che è arrivata l'11 marzo alla sesta delle otto tappe in programma, è stata falcidiata in questi giorni da un'incredibile sequenza di ritiri. La corsa francese ha dovuto annotare l'abbandono di oltre quaranta corridori, quasi un terzo del gruppo partito domenica scorsa, un numero davvero altissimo e insolito. La tendenza si è ancora accentuata negli ultimi due giorni. Stamani alla partenza di Courthezon non si sono presentati in sei, tra cui Jasper Philipsen e Luke Durbridge, e nelle prime fasi di corsa hanno abbandonato altri quattro corridori.
Tra questi ultimi c'è anche Fabio Jakobsen, vincitore di una tappa. Particolarmente curiosa è la situazione della Israel Start up Nation, che è rimasta in corsa in questa Parigi Nizza con un solo corridore, il canadese Hugo Houle.
De Maeseneer: 'Inevitabile prendere delle infezioni'
Quasi tutti questi ritiri sono stati dovuti a tipici malanni stagionali, bronchiti e stati influenzali. Anche alla contemporanea Tirreno - Adriatico la situazione si è riproposta in modo simile, con una raffica di abbandoni, che hanno coinvolto tra gli altri anche molti big come Peter Sagan e Richard Carapaz. Questa curiosa coincidenza è stata motivata da alcuni corridori e medici delle squadre come una conseguenza della pandemia e dell'uso prolungato delle mascherine.
"Fa ancora molto freddo alla mattina e alla sera, i corridori sono magri e non sono vestiti in maniera pesante. In questo modo è inevitabile prendere delle infezioni" ha spiegato il dottor Joost De Maeseneer, medico della Intermarchè Wanty Gobert. "Entrando in contatto con dei potenziali germi una persona costruisce la propria immunità, la propria resistenza.
Questo processo è stato impedito. Sento persone che si ammalano di influenza e che mi dicono che non si ammalavano da due anni. Eh si, siamo andati in giro con le mascherine addosso per tutto questo tempo" ha spiegato il dottor De Maeseneer.
Van Aert: 'Nel gruppo c'è un sacco di tosse'
Tra i corridori serpeggia un po' di preoccupazione per questa situazione e per il rischio di compromettere una parte importante della stagione agonistica per un problema di salute o per una positività alla Covid - 19.
Wout van Aert ha un po' sminuito il problema, testimoniando che "in gruppo ci sono un sacco di corridori che tossiscono, ma è un fenomeno tipico di questo periodo". Il campione belga ha comunque assicurato che "continueremo a prestare la massima attenzione".
Il corridore della Quickstep Mauri Vansevenant, anche lui presente alla Parigi Nizza, ha invece ribadito la tesi del dottor De Maeseneer sulla relazione tra l'uso prolungato delle mascherine e questa raffica anomala di ritiri. "Dopo due anni di Covid, un periodo in cui abbiamo indossato a lungo le mascherine, il nostro sistema immunitario si è in qualche modo indebolito. Nel momento in cui passa qualcosa lo prendiamo" ha dichiarato Vansevenant.