La primavera di classiche non ha certo regalato grandi soddisfazioni al Ciclismo italiano. Senza Sonny Colbrelli, e con un Gianni Moscon che è apparso l'ombra del corridore ammirato nella scorsa Roubaix, il movimento azzurro non è riuscito a trovare delle alternative per recitare un ruolo da protagonista. Al termine delle quattro classiche monumento della primavera, il miglior piazzamento ottenuto da un corridore italiano è stato l'11° posto raccolto da Vincenzo Albanese nella Milano - Sanremo. Anche la Liegi di domenica scorsa, dominata da Remco Evenepoel, è passata in maniera totalmente anonima per il ciclismo italiano, che ha segnato un modesto 22° posto di Diego Ulissi come risultato migliore.

Gli unici altri italiani classificati nei primi trenta sono stati Pozzovivo e Nibali, non certo due giovani speranze su cui costruire il futuro.

Beppe Saronni: 'Prima c'era una base molto larga'

Questa Liegi ha confermato un quadro piuttosto fosco per il ciclismo italiano, sempre più ai margini delle grandi corse, a meno di qualche exploit isolato. Dello sprofondo azzurro nella stagione di classiche, e del momento delicato del nostro movimento, ha parlato in maniera molto diretta l'ex campione Beppe Saronni, già manager dell'ultima squadra italiana di livello World Tour, la Lampre.

In un'intervista concessa a La Gazzetta Dello Sport, Saronni non si è detto per nulla sorpreso di questi scarsi risultati, spiegando che il ciclismo italiano è in crisi a causa della sofferenza che vive da anni il movimento giovanile.

"Il ciclismo italiano lo vedo malissimo. Prima ogni paese aveva la propria società e le proprie corse. C'era una base molto larga" ha commentato Saronni. L'ex campione vede oggi un movimento giovanile molto ridimensionato, con strutture scarse e ragazzi sempre meno coinvolti. In questa situazione in cui non si intravedono segno di discontinuità, Saronni resta molto pessimista sul futuro.

"Non c'è più niente alla basa, e sarà sempre peggio" ha dichiarato senza mezzi termini l'ex Campione del Mondo.

'Ganna è venuto fuori casualmente'

Secondo Beppe Saronni, il ciclismo ha sofferto l'arrivo di sport nuovi e più attraenti per le nuove generazioni, ma anche per le famiglie che vedono nella bici su strada un'attività troppo pericolosa.

Per questo sarebbe centrale un progetto che valorizzi gli impianti, per far svolgere ai ragazzi l'attività sportiva in piena sicurezza. Secondo Saronni questa carenza di strutture e organizzazione non permette all'Italia di trovare e valorizzare un gruppo di corridori di alto livello, ma solo qualche sporadico talento come Ganna. L'iridato di Goodwood, che ha fatto passare professionista Ganna nella sua UAE, ha definito il campione piemontese "un talento naturale che è venuto fuori casualmente".

Saronni ritiene che l'Italia avrebbe i soldi per operare i cambiamenti necessari e rilanciare il ciclismo: "non mancano risorse e soldi, ma progetti veri, idee e persone credibili per portarli avanti" ha commentato l'ex campione.