Giulio Ciccone ha voltato pagina sulle montagne valdostane del Giro d'Italia. Lo scalatore abruzzese aveva iniziato la corsa rosa con grandi ambizioni e indossando i panni del leader della Trek-Segafredo per puntare ai piani altissimi della classifica generale. La realtà però si è rivelata molto dura per Ciccone, che proprio sulla sua salita, il Blockhaus, è stato respinto brutalmente accusando una decina di minuti di distacco. L'obiettivo della classifica è così andato in archivio ancora prima di cominciare davvero la corsa, facendo sfumare le aspettative di tutto il movimento del Ciclismo italiano, che contava di trovare in lui un nuovo protagonista per le grandi gare a tappe.

Giulio Ciccone: 'Una vittoria arrivata dopo momenti bui'

Dopo la disfatta del Blockhaus, Giulio Ciccone ha riprogettato il suo ruolo in questo Giro d'Italia, pensando ad aiutare il compagno di squadra Juan Pedro López, sorprendente maglia rosa per dieci giorni, e andando poi a caccia di fughe e di tappe come faceva nella prima parte della sua carriera.

L'occasione giusta si è presentata nella quindicesima frazione, quella che ieri, 22 maggio, ha portato la corsa a Cogne. Con i big della classifica rimasti passivi, il palcoscenico è rimasto tutto a disposizione dei cacciatori di tappa, e Ciccone ne ha approfittato per inserirsi nell'azione giusta e staccare i compagni d'avventura sulla salita finale.

Per lo scalatore della Trek si è concretizzata così una vittoria di forte impatto emotivo, che spezza un periodo davvero duro e lo ha portato a un pianto liberatorio sul traguardo. "È una vittoria arrivata dopo tanti momenti bui, ho lottato tanto per ottenerla e mi sono sbloccato dopo tanti mesi senza vincere, quindi vale tanto per me.

Vincere è difficilissimo, confermarsi lo è ancora di più. Confermarmi non è stato facile, soprattutto dopo questo brutto periodo, con il pubblico, con tante aspettative. Dietro quel pianto c'è un po' tutto questo" ha raccontato Ciccone dopo il traguardo di Cogne.

'Sono stato fermo parecchio'

Nonostante il flop di questo Giro d'Italia, Ciccone ha voluto ricordare come il suo intento di puntare alla classifica generale avesse delle basi concrete, che nella scorsa stagione non si erano trasformate in risultati solo per sfortuna.

"Tanti hanno parlato di testa, che dovevo sbloccarmi. Non ero bloccato di testa, ma ho inseguito i vari problemi fisici avuti prima del Giro. Sono stato fermo parecchio, ho preso antibiotici, ho avuto la bronchite. L'anno scorso fino alla diciassettesima tappa ero quinto o sesto in classifica al Giro d'Italia, poi è arrivata la caduta e alla Vuelta uguale. Sapevo che non ero bloccato di testa e che ero competitivo, ma non riuscivo a dimostrarlo perché succedeva sempre qualcosa" ha commentato Giulio Ciccone.