Sulle montagne valdostane Giulio Ciccone ha finalmente ritrovato la strada del successo, voltando pagina rispetto a una prima parte di Giro d'Italia che aveva respinto le sue velleità da uomo di classifica. Dopo aver accumulato un pesante ritardo nella generale e aver ingoiato la profonda delusione del Blockhaus, la sua salita in cui era andato in crisi una settimana fa, lo scalatore della Trek Segafredo si è riprogrammato tornando al suo primo copione tattico, l'attacco e la fuga da lontano. Nella quindicesima tappa del Giro, con l'arrivo in quota a Cogne, il corridore abruzzese si è inserito nella fuga e ha poi staccato via via tutti i compagni d'avventura per andare a cogliere un successo di grande impatto emotivo.

La classifica generale ha subìto solo dei piccoli aggiustamenti, con il rientro di Guillaume Martin nella top ten.

Giro d'Italia, partenza velocissima

Anche la quindicesima tappa del Giro d'Italia è partita con una lotta serrata e lunghissima per centrare la fuga da lontano. Il tracciato proponeva una prima metà di corsa semplice per entrare in Val d'Aosta e arrivare ai piedi della salita di Pila, prima delle tre lunghe ascese in programma. In questi settanta chilometri si sono susseguiti gli scatti e i tentativi di fuga, sempre annullati da un gruppo proteso a cinquanta all'ora in lunga fila indiana.

In questa parte iniziale della corsa si è verificata anche una caduta che ha coinvolto la maglia rosa Richard Carapaz, per fortuna senza conseguenze.

Dopo un'ora e mezza di intensa battaglia è riuscita a sfuggire al gruppo una folta e qualificata fuga formata da ben 28 corridori, tra cui Mollema e Ciccone, Van der Poel, Carthy, Formolo e Rui Costa, Oomen, Arensman, Buitrago e Bouwman.

Sulla salita di Pila, Bouwman ha attaccato per prendere i punti del Gpm e strappare la maglia azzurra Diego Rosa. L'olandese è stato poi raggiunto dai connazionali Van der Poel e Tusveld, ma la successiva salita verso Verrogne, la più dura delle tre affrontate il 22 maggio, ha rimescolato completamente le carte.

Ciccone, terza vittoria al Giro

Sulle pendenze di Verrogne è uscito allo scoperto Giulio Ciccone, che ha ripreso e staccato i battistrada. Con l'abruzzese sono rimasti Antonio Pedrero e Santiago Buitrago, ma anche Hugh Carthy è poi riuscito a rientrare. La lunga discesa ha permesso il riaggancio anche a Rui Costa e Tusveld, mentre il gruppo degli uomini di alta classifica, dopo l'intensa battaglia iniziale, si è assestato dietro al ritmo regolare imposto dalla Ineos.

La lunga salita finale verso Cogne, con pendenze di media difficoltà all'inizio e più da falsopiano nella seconda metà, ha subito selezionato il gruppetto dei battistrada.

Tusveld, Rui Costa e Pedrero sono stati respinti alle prime pendenze, e Giulio Ciccone ha poi approfittato della parte più ripida per far valere le sue doti di scalatore. Con una bella serie di scatti, il corridore della Trek ha eliminato prima Buitrago e quindi anche Carthy, che è poi calato vistosamente nel finale. Ciccone si è così isolato al comando, ed ha sciolto tensioni e preoccupazioni accumulate in queste due settimane di Giro così difficili. Dopo una bella cavalcata solitaria, l'abruzzese è andato a trionfare sul traguardo di Cogne, la sua terza vittoria sulle strade del Giro. Buitrago ha colto un bel secondo posto, accolto però con grande amarezza dal giovane colombiano, mentre Pedrero ha chiuso terzo.

Il gruppo è arrivato con quasi otto minuti di ritardo, tranquillamente diretto dalla Ineos di Carapaz. L'unico movimento tra gli uomini di classifica è stato portato da Guillaume Martin, che sulla salita di Verrogne è partito tutto solo e alla ha recuperato 1'42'' risalendo al decimo posto della classifica generale. Carapaz, oggi attorniato da una squadra più convincente rispetto all'opaca prestazione di ieri, ha conservato la sua maglia rosa con 7'' su Hindley e 30 su Almeida.