Nel periodo di pausa tra una stagione e l'altra, il mondo del Ciclismo ha programmato qualche incursione in territori nuovi a scopo promozionale. La ASO, la Società del Tour de France, ha portato un gruppetto di campioni a Singapore per un Criterium, una sorta di esibizione su un circuito cittadino. La corsa è stata vinta da Jonas Vingegaard, che ha sfoggiato la maglia gialla vinta all'ultimo Tour de France. L'evento è stato anche l'occasione per degli incontri con i media un po' più rilassati rispetto a quelli della stagione agonistica e dei suoi ritmi sempre più serrati.
Pur mantenendo il suo profilo molto umile e schivo, da assoluto antidivo, Vingegaard ha raccontato qualcosa di sé, della sua vita e dei suoi programmi.
Vingegaard: "La squadra potrebbe avere intenzioni diverse dalle mie"
Jonas Vingegaard ha parlato delle emozioni di tornare ad indossare la maglia gialla in corsa, seppure per un appuntamento non ufficiale e destinato solo a fare un po' di spettacolo. "È sempre bello e speciale vincere con la maglia gialla e a mille chilometri dalla Francia. Ogni volta che metto questa maglia sento delle cose incredibili", ha raccontato il corridore danese.
Il vincitore del Tour de France ha spiegato di non sapere ancora quale sarà il suo programma di corse per il 2023, e che, nonostante il suo ruolo di maglia gialla in carica, sarà la squadra a decidere.
"La mia idea è di difendere la maglia gialla al Tour, ma la squadra potrebbe avere altre intenzioni. Non so se farò il Tour o il Giro, non ne abbiamo parlato in dettaglio, siamo in vacanza. Nelle prossime settimane faremo un raduno in Olanda e poi un altro in Spagna. Lì faremo tutto il programma", ha dichiarato Vingegaard, che ha comunque scartato il progetto di correre sia in Italia che in Francia.
"Quello che è chiaro è che non farò Giro d'Italia e Tour de France nello stesso anno. Al momento non sono pronto per questo. Vorrei vincere tutti e tre i grandi giri, ma ora è il momento di selezionare bene", ha commentato il vincitore del Tour.
"Il gesto di fairplay? Gli è stata data troppa importanza"
Jonas Vingegaard ha parlato anche di alcuni episodi dello scorso Tour de France.
Dimostrando una volta di più tutta la sua umiltà, il corridore danese si è schermito dalle lodi per il gesto di fairplay nei confronti di Pogacar. Durante la tapa di Hautacam, lo sloveno sbagliò una curva in discesa e cadde, ma la maglia gialla non ne approfittò e preferì attendere l'avversario. "È stata una cosa normale, gli è stata data troppa importanza", ha commentato Vingegaard. Il danese ha dichiarato anche di non aver subìto nessun contraccolpo psicologico per l'attenzione mediatica a cui è stato sottoposto dopo la vittoria al Tour.
"Non c'è stata nessuna esplosione, è vero che è stata una cosa molto grande, ma mi sono preso semplicemente qualche giorno di riposo. Poi sono tornato nel finale di stagione e i risultati non sono stati così male", ha raccontato il corridore della Jumbo.
Vingegaard ha poi aperto anche a qualche piccolo ricordo della sua vita privata, ricordando la sua prima bicicletta. "Era una bici di una marca danese, Nishiki, che avevo da bambino. Era dorata, ma anche con i colori della spiaggia e il nero. La ricordo con affetto", ha raccontato il danese, che poi ha espresso la sua preferenza sui campioni del passato. "Contador era il mio idolo, correva in un modo incredibile, sempre all'attacco, e questo mi piaceva", ha confessato Vingegaard, che infine ha risposto ad un'ultima curiosità. "Se non fossi diventato un corridore penso che sarei diventato un falegname, mi piace, anche se ora è una cosa a cui non penso molto", ha concluso Vingegaard.