L’edizione 1995 dei Mondiali è rimasta scolpita nella storia del ciclismo e nel ricordo degli appassionati. La corsa iridata - vinta poi da Abraham Olano - si svolse a Duitama, in Colombia, su un percorso durissimo, forse il più difficile di sempre. A rendere ancora più impegnativa quella sfida iridata arrivò il maltempo, che, insieme alla quota elevata, portò ad una vera corsa ad eliminazione.
Olano, la fuga iridata in Colombia
Contrariamente a gran parte delle altre edizioni, spesso riservate a corridori veloci e da classiche, quel Mondiale era "promesso" agli scalatori e agli specialisti delle gare a tappe, a partire da Miguel Indurain.
Il campione spagnolo aveva da poco vinto il suo quinto Tour de France, e i pronostici della vigilia lo indicavano come principale favorito insieme a Marco Pantani. Lo scalatore romagnolo rappresentava il giovane sfidante al campione al culmine del successo.
La corsa però si risolse con un esito a sorpresa. Nel penultimo giro del circuito di Duitama, dal gruppetto al comando, in cui erano presenti sia Indurain che Pantani, partì all’attacco un altro spagnolo, Abraham Olano.
Nonostante il suo ruolo di capitano della nazionale spagnola, Indurain rimase fedele al gioco di squadra e difese la fuga del compagno. La sua presenza e le difficoltà del percorso bloccarono la rincorsa a Olano che, nonostante una foratura nelle ultime centinaia di metri, raggiunse vittoriosamente il traguardo, mentre Indurain e Pantani dovettero accontentarsi del secondo e terzo posto.
‘Doveva essere il Mondiale di Indurain e Pantani’
A distanza di 27 anni, Abraham Olano è tornato a parlare di quello storico Mondiale di ciclismo a Duitama. Dalle pagine del giornale AS, l’ex Campione del Mondo ha ammesso che l’esito della corsa, che era 'promessa' a Indurain, provocò qualche malumore in seno al clan spagnolo. Al tempo Indurain correva per la Banesto, mentre Olano militava nella Mapei. “Quella vittoria causò del risentimento nei miei confronti da parte della Banesto. Se non ci fossi stato io avrebbe vinto Indurain”, ha raccontato Olano, che però non considera quel suo attacco un affronto al suo capitano.
“Alla fine la strategia era chiara. Sapevamo che lui sarebbe stato controllato e che dovevamo sfruttare altre situazioni.
El Chava Jimenez era stato al suo servizio, Escartin era stato in fuga per tre giri. Nel giro precedente al mio attacco Miguel aveva forato e io ho rallentato”, ha ricordato Olano, che divenne così il primo spagnolo a vincere il Mondiale di ciclismo. “Essere il primo è stata una cosa speciale. I media avevano preparato quel Mondiale come un duello tra Indurain e Pantani, invece è stato il Mondiale di Olano”, ha concluso l’ex corridore spagnolo.