La Vuelta España è andata in archivio nel segno dello strapotere della Jumbo-Visma. La squadra olandese ha concluso una stagione di grandi giri che è già entrata nella storia del ciclismo. Per la prima volta una stessa formazione ha vinto tutte e tre le corse a tappe, Giro d'Italia, Tour de France e Vuelta España, un trionfo reso ancora più clamoroso dal fatto che la tripletta è stata messa a segno con tre corridori diversi, gli stessi che hanno monopolizzato il podio di Madrid. La corsa spagnola è stata l'apoteosi di questo dominio incontrastato.
I Jumbo hanno mandato all'attacco nelle prime tappe di montagna Sepp Kuss, storico gregario che ha indossato così la maglia rossa. Gli avversari si sono poi rivelati più fragili del previsto e questo ha favorito la vittoria dell'americano, con i capitani designati Vingegaard e Roglič, che alla fine hanno accettato di mantenere la situazione di classifica acquisita. Al termine di questa Vuelta, iniziata da gregario e finita in maglia rossa, Sepp Kuss ha raccontato quanto siano stati particolari gli ultimi giorni di corsa in cui il team ha dovuto fare delle scelte difficili e ha espresso la sua comprensione per Roglič, contrariato dopo la tappa di montagna. "Lo capisco, meritava di provare a vincere", ha spiegato Kuss.
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— Team Jumbo-Visma cycling (@JumboVismaRoad) September 18, 2023
Sepp Kuss: 'Normalmente i tuoi compagni non sono i tuoi rivali'
Ai microfoni di Marca, Sepp Kuss ha riavvolto il nastro di questa Vuelta España, a cui si era presentato con già le fatiche di Giro e Tour in cui era stato al servizio di Roglič e Vingegaard.
Lo scalatore americano ha raccontato che anche dopo la vittoria della tappa di Javalambre, e dopo aver indossato la prima maglia rossa, non si sarebbe mai aspettato di poter arrivare a Madrid da trionfatore. "Se mi avessero detto che avrei vinto, avrei pensato che fosse impossibile. Questa sorpresa rende la vittoria ancora più speciale, perché è qualcosa che non mi sarei mai aspettato.
Adesso sono qui, così felice che devo ancora crederci", ha dichiarato Kuss, la cui posizione in maglia rossa avrebbe avuto per la Jumbo una connotazione tattica in vista dell'entrata in scena di Vingegaard e Roglič nella seconda parte della corsa.
Il corridore americano ha raccontato che a cambiare le carte in tavola di questa Vuelta è stata l'inconsistenza degli avversari. Il crollo di Evenepoel sul Tourmalet, la scarsa forma di Thomas, le prove timide di Ayuso, Almeida, Mas e Vlasov, hanno tolto di mezzo ogni rivale credibile, tanto che i tre della Jumbo si sono rivelati i più forti su ogni salita. "Non sapevamo che noi tre saremmo stati i più forti e questo ha reso le cose un po' complicate, perché normalmente i tuoi compagni di squadra non sono i tuoi rivali.
Compagni di squadra forti come Jonas e Primož erano forti e volevano vincere. Non è facile" ha rivelato Kuss.
'Sull'Angliru gli ho detto che mi avrebbero staccato'
Lo scalatore americano ha vissuto il momento più critico sull'Angliru, quando i due compagni lo hanno staccato nel finale. Kuss ha trovato per strada l'aiuto di Landa e ha difeso la maglia rossa per appena otto secondi. "Ho detto all'auricolare che mi avrebbero staccato. Avevamo l'accordo di fare la gara in questo modo e sono rimasto con loro finché le mie gambe non ce l'hanno più fatta. Volevo dare il massimo e cercare di non perdere più di trenta secondi. Almeno avevo Landa lì ad aiutarmi, un po’ per tenere la maglia", ha raccontato Kuss.
Dopo l'Angliru, però, la Jumbo-Visma ha deciso di cambiare strategia e difendere la maglia rossa di Kuss. Nelle ultime tappe di montagna, Vingegaard e Roglič non lo hanno più attaccato, anche se lo sloveno è apparso un po' contrariato per questa scelta. "Capisco la posizione di Primož. Preparava la Vuelta da sei mesi. È arrivato qui in ottima forma. Ha fatto una gara perfetta e meritava almeno di provare a vincere, perché è un peccato finire una corsa sapendo di non aver fatto tutto il possibile per vincere. Questo vale anche per Jonas, è un vincente. Ero nel mezzo non di una rivalità, ma di una competizione", ha raccontato Kuss, che ha comunque ribadito di non ritenere questa vittoria un regalo.
"Penso di aver meritato di essere il vincitore della Vuelta. So che sono qui per una situazione di gara, ma da quel momento ho dimostrato che posso fare una bella cronometro e andare in salita con i migliori scalatori del mondo nel mio terzo grande giro dell'anno. Penso di aver meritato pienamente questa Vuelta, ma devo anche ringraziare i miei compagni di squadra per essersi messi al mio servizio", ha concluso Sepp Kuss.